FIRENZE – Sono otto i fermi, di cui 2 ancora in corso di esecuzione da parte di polizia e carabinieri, emanati nell’ambito delle indagini sull’attentato di Capodanno a Firenze, in cui rimase ferito l’artificiere della polizia Mario Vece a causa di un pacco esplosivo posizionato davanti alla libreria Libreria Il Bargello vicina a Casapound.
Cinque tra destinatari delle misure, tutti uomini, sono i presunti autori del grave attentato del 1 gennaio scorso, mentre altri 3, un uomo e de donne, sono stati fermati per l’attentato del 21 aprile scorso contro la caserma dei carabinieri a Rovezzano, colpita dal lancio di una molotov. Tutti e otto sono riconducibili ad una frangia particolarmente violenta e organizzata del movimento anarchico insurrezionalista.
Oltre che a Firenze, due dei fermi sono stati eseguiti a Roma e Lecce. Nel corso dell’operazione fiorentina due dei ricercati sono saliti e si trovano tutt’ora sul tetto de ‘La riottosa’, edificio occupato al Galluzzo, la zona è stata isolata dalla polizia, che è intervenuta anche con un elicottero.
L’indagine è stata inaugurata a febbraio 2016, sulla scia di una serie di ‘attentati’ che si sono verificati sia in Italia che all’estero e ha coinvolto oltre 200 tra Carabnieri e Polizia digos e riguarda in particolare una associazione a Delinquere formata all’interno del movimento anarchico, “con l’intento di svolgere azioni violente verso forze politiche avverse e forze dell’ordine ”. I fermi, comunica la procura, sono stati effettuati in maniera preventiva per evitare la fuga di queste persone, che si spostano molto spesso: uno dei fermati infatti, ritenuto il costruttore della bomba di capodanno e identificato grazie al Dna lasciato all’interno dello scotch con cui era stata fabbricato l’ordigno, si trovava all’estero con la compagna (indagata a sua volta per la molotov) ed è rientrato a Firenze per pochi giorni, proprio questo ha fatto scattare i fermi preventivi.
Nell’operazione è stato disposto il sequestro preventivo de “La riottosa”, l’edificio secondo le indagini, dopo il sequestro di un altro stabile occupato Villa Panico, era diventato un punto di riferimento per la frangia anarchica insurrezionalista fiorentina.