FIRENZE – Totò Riina “è pericoloso: non lo diciamo noi ma lo dicono le minacce che lui ha fatto negli ultimi anni” così Rosaria Manzo, presidente dell’Associazione delle vittime del rapido 904, commenta l’ipotesi di una prossima scarcerazione del boss di Cosa nostra per consentire a lui ‘una morte dignitosa’ . “I familiari sono parte in causa e quindi direttamente interessati, ma una decisione come questa – ha aggiunto – sarebbe uno schiaffo all’Italia”.
Il boss di Cosa Nostra, imputato come mandante della strage del treno 904, ha seguito oggi l’udienza fiorentina della corte d’assise d’appello in videoconferenza dal carcere di Parma, disteso su una barell. Riina da 24 anni in carcere, è accusato di essere il mandante della strage che il 23 dicembre 1984 causò 16 morti e 260 feriti sul convoglio Napoli-Milano. In aula erano presenti anche alcuni dei feriti della strage.
“Avrebbero voluto una morte dignitosa anche le 17 vittime uccise dall’esplosione della carrozza nove del rapido 904 – ha detto l’avvocato delle vittime Danilo Ammannato all’inizio della sua arringa – mentre il treno procedeva a 128 chilometri orari nella grande galleria dell’Appennino”.
La sentenza è prevista per il prossimo 21 giugno, Rosaria Manzo, si è detta convinta “che l’esito sarà diverso dal primo grado”, dove Riina venne assolto dall’accusa di essere il mandante della strage del 23 dicembre 1984, “anche perché dopo 33 anni ce lo meritiamo”.