FIRENZE – Venivano inviati dalla Svizzera a restaurare a Firenze con lo scopo di ottenere, all’insaputa dei restauratori, una certificazione che ne avvalorasse l’autenticità. Questo la scoperta effettuata dai carabinieri nel nucleo tutela patrimonio culturale sull’iter di una serie di falsi dipinti di manifattura fiorentina e senese del XIV, XV e XVI secolo.
La notizia è stata data nel corso della presentazione dell’attività svolta dal comando di Firenze nel 2016. Le indagini hanno portato al sequestro di 10 opere, tra cui dipinti sull’Annunciazione e raffiguranti la Madonna col bambino, e alla denuncia per contraffazione di due italiani residenti all’estero. “Le indagini – ha spiegato il capitano Lanfranco Disibio, comandante dei carabinieri del nucleo tpc di Firenze – hanno permesso di constatare che non solo non avevano bisogno di restauro, ma non erano coeve con la data indicata nei certificati di importazione”.
Una vicenda inquietante se vista all’interno del quadro più ampio presentato dai carabinieri per quanto riguarda criminalità e furti in ambito artistico nella nostra regione: “il trend nazionale ha registrato un calo, ma la Toscana, regione molto ricca di patrimonio culturale, è in controtendenza, con un aumento del 30% rispetto al 2015″ afferma il capitato Landranco Disibio. I furti, 69 nel 2016 a fronte dei 55 dell’anno precedente, hanno riguardato soprattutto edifici religiosi e case private.
“Come contraltare – ha proseguito Disibio – nel 2016 abbiamo denunciato 59 persone”. L’attività dei militari ha permesso inoltre di recuperare opere rubate per un valore complessivo di circa 2 milioni di euro. Tra queste, 82 reperti archeologici di produzione attica ed etrusca, epoca VI – IV secolo a.C., appartenenti alla collezione del conte Napoleone Passerini Pio di Chiusi (Siena) risalente al 1862 e andata dispersa negli anni. I reperti, che si trovavano in un’abitazione privata e sono stati ritrovati in modo fortuito durante un trasloco, verranno acquisiti dal Polo museale della Toscana.