FIRENZE – Per la prima volta un grande regista del teatro di sperimentazione come Maurizio Scaparro alle prese con la regia di un testo simbolo del teatro del ‘900 qual è l’ “Aspettando Godot”di Samuel Beckett.
Succede da stasera fino a domenica prossima al teatro della Pergola di Firenze: protagonisti dell’allestimento, prodotto dal Centro d’Arte Contemporanea Teatro Carcano, sono Antonio Salines, Luciano Virgilio, Edoardo Siravo, Fabrizio Bordignon.
Il “Godot”, rappresentato per la prima volta a Parigi nel 1953 e accolto all’inizio come una provocazione, è stato poi riconosciuto come capolavoro del teatro novecentesco: al centro dell’azione le elucubrazioni e il conflitti tra Estragone e Valdimiro, due vagabondi legati l’uno all’altro, inconciliabili e inseparabili, mentre aspettano l’arrivo del misterioso Godot. Un’attesa in cui si consuma l’essenza stessa del dramma.
“Il testo che rileggo oggi nel 2017 – spiega Scaparro – mi colpisce anzitutto per le sue radici collegate alla millenaria cultura europea. Beckett è certamente tra i primi nel Novecento a intuire che, nel mondo attuale, lo spazio per la tragedia si è fatto minimo” e perciò “usa toni leggeri e punta talvolta anche al riso”.
Un testo che, spiega ancora il regista, “pone al centro la difficoltà di credere nella sensatezza dei gesti quotidiani e la parallela difficoltà di credere nell’avvenire collettivo”. E che così “rappresenta la condizione emblematica dell’uomo del Novecento, essere in eterna attesa, vagante verso la morte, punto minuscolo nella vastità di un cosmo ostile”.
“Vorrei anche poter idealmente dedicare questa nostra fatica – conclude Scaparro – all’Europa della Cultura, la grande dimenticata dell’Europa che viviamo; e a quelle parole che Beckett sussurra quasi per caso come teatro, varietà, circo”.
Ingresso ridotto soci ARCI per lo spettacolo di mercoledì 3 maggio.