FIRENZE – Si è spento domenica scorsa all’età di 92 anni nella sua casa romana il politologo e sociologo Giovanni Sartori, considerato il fondatore della moderna scienza politica in Italia.
Le esequie si sono già tenute in forma privata al cimitero delle Porte Sante a San Miniato a Firenze, dove è stato sepolto nella cappella di famiglia.
Decisivo il contributo scientifico di Giovanni Sartori soprattutto nello studio delle democrazie e dei regimi autoritari e dei sistemi di partito. Arguto e vivacissimo polemista fin dagli anni ’60 è stato protagonista del dibattito scientifico e pubblicistico sui problemi e le inefficienze della democrazia “bloccata” dell’Italia del dopoguerra, che lo portò a formulare la teoria del “pluralismo polarizzato”.
Da sempre sostenitore della necessità di riforme profonde del sistema politico attraverso interventi di “ingegneria costituzionale”, si spese più volte a favore della revisione della legge elettorale per favorire governabilità e stabilità, non risparmiando critiche ai sistemi elettorali adottati dai partiti – sue le fortunate definizioni di “mattarellum” e “porcellum”. Soprattutto a partire dagli anni ’90 la sua attività di pubblicista lo caratterizzò per feroci critiche ai disegni di riforma costituzionale dei governi di Silvio Berlusconi.
Nato a Firenze il 13 maggio del 1924, si era laureato alla “Cesare Alfieri” nel 1946 di cui più tardi fu anche preside: all’inizio degli anni ’70 si trasferì negli Stati Uniti, insegnando a Stanford e alla Columbia University: aveva 8 lauree honoris causa, era Albert Schweitzer Professor Emeritus in the Humanities alla Columbia University, New York e professore emerito dell’Università di Firenze.
Cordoglio è stato espresso dall’Università di Firenze, dove dal 1950 al 1956 Sartori insegnò Storia della filosofia moderna e poi fino al 1963 Scienza politica. In quell’anno divenne professore straordinario di Sociologia e nel 1966 ordinario di Scienza politica. Dal 1969 al 1971 fu preside di Scienze politiche. Dopo essersi trasferito nel 1976 alla Stanford University, dove restò tre anni, e a seguire alla Columbia University dove fu docente Politica comparata. Tornò a Firenze nel 1992 dove, dopo altri due anni di insegnamento, concluse la sua carriera accademica.