LIVORNO – Stroncato un giro di cocaina colombiana destinato alla Toscana e gestito da un’organizzazione criminale affiliata alla ndrangheta calabrese.
L’operazione “Akuarius” – condotta Guardia di finanza di Pisa e carabinieri di Livorno, coordinata dalla Dda di Firenze è scattata stamani alle prime luci dell’alba e ha portato a 5 ordinanze di custodia in carcere, altrettante ai domiciliari e due misure interdittive.
Le persone colpite dai provvedimenti cautelari sono in gran parte dei dipendenti ‘infedeli’ del porto di Livorno, che garantivano lo sbarco e il prelevamento di ingenti quantitativi di cocaina dai container, e le misure interdittive hanno riguardato due guardie giurate del porto.
I portuali collusi erano a libro paga Riccardo Del Vivo, 68 anni, arrestato in carcere, il referente sul territorio del clan (a sua volta compensato con 20mila euro al mese) e legato al ndranghetista Domenico Lentini, 50 anni, bloccato stamani a Vibo Valentia e ora in carcere. Decisive per far scattare l’operazione le intercettazioni dello stesso De Vivo, che dirigeva le operazioni da dentro il carcere.
L’operazione ha permesso di recuperare sotto casa di De Vivo 134 chili di cocaina, per un valore al dettaglio di 5 milioni di euro, ma gli investigatori hanno calcolato che in un anno sono stati fatti arrivare a Livorno 437 chili di cocaina, tutto stupefacente puro al 90%.
L’organizzazione era complessa e ben affinata: “pizzini” coi numeri giusti dei container da aprire illegalmente venivano scambiati di nascosto, anche al cimitero, mentre i vigilantes indagati provvedevano ad fare introdurre nel porto le auto su cui veniva trasportata la droga.