FIRENZE – Di nuovo a rischio la messa in scena del “Faust” di David McVicar per il nuovo sciopero proclamato dopo la rottura sulla vertenza che riguarda i 28 esuberi con ricollocamento in Ales, per chiedere un intervento diretto dei soci della Fondazione, Comune di Firenze e Regione Toscana nel determinare un piano industriale di rilancio.
La data da segnare in rosso sul calendario è il 3 febbraio: a differenza dell’ultima agitazione (con la prima del Faust andata in scena senza costumi, luci e scenografie per lo sciopero della sola Cgil) stavolta tra i promotori dello sciopero c’è anche la rappresentanza della Cisl.
Decisive nel ricompattare le due sigle le ultime dichiarazioni alla stampa del sovrintendente Francesco Bianchi in un’intervista sulla mancanza di collaborazione dei sindacati nell’individuare le persone da esodare verso Ales. “Non spetta certo al sindacato di individuare chi licenziare” dicono i rappresentanti sindacali. “Il sindacato e i lavoratori – spiega Paola Galgani, segretaria della Camera del Lavoro di Firenze – hanno già ampiamente collaborato quando si è trattato di fare dei sacrifici, come per il piano di rientro della legge Bray nel 2013, quando c’è stato da ridurre il personale e tagliare del 6% il contratto integrativo”. >>> Ascolta
“Il problema – insistono all’unisono i due sindacati – non è il costo del personale né la piana organica, che è passata da 258 a 305 persone a fronte dei 310 previsti dal piano di rientro, ma la gestione degli attuali vertici, che ha speso 1 milione e mezzo per consulenze esterne alla Bain & Co e fatto schizzare il debito della Fondazione da 37,5 milioni nel 2013 ai 69 milioni odierni, anche considerando lo stralcio di 10 milione accordato dalle banche creditrici”.
“Siamo arrivati ad un punto di non ritorno – dice il segretario Cisl Firenze, Roberto Pistonina – con questa sovrintendenza non è stato possibile instaurare un dialogo, e nel mentre il debito del teatro continua ad aumentare. Lo sciopero del 3 febbraio non sarà l’unica forma di mobilitazione, andremo avanti”. >>> Ascolta
E così il 3 febbraio sarà ancora sciopero, anche senza l’appoggio delle altre sigle Uil e Fials. E stavolta, data la partecipazione della Cisl, anche la presenza del coro è a rischio. A meno che non ci sia un passo concreto da parte delle istituzioni. “Siamo pronti a fare un passo indietro – dicono Cisl e Cgil – se Comune e Regione daranno una risposta alle domande che poniamo.