SESTO FIORENTINO – Sono iniziati verso le 9,30 di stamani i colloqui con gli operatori sociali per i circa 100 migranti che giovedì notte sono scampati al rogo dell’ex mobilificio Aiazzone in cui ha perso la vita il somalo Ali Muse.
I colloqui serviranno a trovare una soluzione ad hoc per ciascuno di loro: solo due i nuclei familiari (senza figli), 10 donne sole e oltre 80 uomini single, caratterizzati però da legami di amicizia anche assai profondi nati dalla lunga convivenza nelle numerose sistemazioni trovate nel corso degli ultimi anni. In tutto gli stranieri cui trovare una sistemazione sono 102: di questi 74 sono in regola con il permesso di soggiorno (60 con protezione sussidiaria, 2 con protezione umanitaria, 7 rifugiati), gli altro affermano di aver perduto i documenti nell’incendio.
“La nostra speranza – dice Serena Leoni, coordinatrice dei Medici per i Diritti Umani stamani ai microfoni di Novaradio – è che si riescano finalmente a trovare soluzioni stabili per persone che, come è emerso, da anni risiedono nel nostro territorio, ed in particolare per le persone più vulnerabili: gli anziani, i malati cronici e le persone con problemi di disagio psichico”.
>> Ascolta l’intervista a Serena Leoni, ospite di News Box <<
Nel vertice in Prefettura di sabato è stata raggiunta un’intesa di massima per la redistribuzione dei migranti tra i comuni dell’area, ma non l’individuazione precisa né delle strutture né della loro tipologia: sembra confermata la disponibilità di una ventina di posti a Firenze, di cui 9 in una struttura legata al sistema SPRAR, 5 a Campi Bisenzio e 5 a Bagno a Ripoli. Altri comuni hanno dato una loro disponibilità, ma è da verificarne tempi e fattibilità.
Quel che sembra chiaro, per il momento, è che difficilmente gli stranieri potranno lasciare a breve il Palazzetto dello sport. Almeno fino alla metà della settimana, si fa sapere in uvia ufficiosa dalla giunta comunale.