FIRENZE – Prima udienza, delle quattro previste, per la requisitoria dell’accusa al processo per il crac della banca di Credito cooperativo fiorentino, che vede imputato Denis Verdini, per 20 anni presidente dell’istituto di credito, e altre 43 persone.
Il senatore leader di Ala, per 20 anni presidente del Ccf, è presente stamani in aula. Deve rispondere di accuse pesantissime: associazione a delinquere in concorso con il consiglio di amministrazione e i sindaci revisori, bancarotta fraudolenta, truffa ai danni dello Stato per i finanziamenti ricevuti dai giornali locali del suo gruppo editoriale, illecito finanziamento a partiti e fatturazioni inesistenti. Tra gli imputati anche la moglie di Verdini, Simonetta Fossombroni, e il parlamentare Massimo Parisi.
L’inchiesta nacque dalle indagini del 2008 sulla cricca delle “grandi opere” e degli appalti alla Btp di Riccardo Fusi e Roberto Bartolomei: seguendo i finanziamenti gli investigatori risalirono al Ccf. Nella requisitoria, i pm Giuseppina Mione ha parlato di una “sorta di gioco delle tre carte” con “contratti preliminari di compravendita immobiliare ‘farlocchi’, anche senza data e senza firma, il cui unico scopo era quello di far avere dalla banca affidamenti destinati alle società del gruppo Fusi-Bartolomei, per far girare i soldi fra le stesse società e dimostrare “una apparente operatività che tutto andava bene”.