Mercoledì 20 luglio la Corte delle Sculture della Biblioteca Lazzerini di Prato ha ospitato un altro dei tanti appuntamenti organizzati dal Festival delle Colline, rassegna musicale in collaborazione con Prato Estate. Sul palco è arrivata una delle band jazz che ha dato uno dei più grandi contributi al genere nel nostro paese: James Senese e Napoli Centrale.
Parlare della storia di James Senese sarebbe fin troppo facile, la sua carriera parla davvero da sola. E’ a oggi uno dei pochi Artisti (con la “A” maiuscola) italiani e non solo, a cui il termine leggenda può essere accostato senza nessun problema.
Basti pensare al contributo musicale che ha lasciato alla nostra musica per essere stato, musicalmente parlando, il “padre” del grandissimo Pino Daniele. Insieme agli altri componenti della band – Gigi De Rienzo: basso, Ernesto Vitolo: tastiere, Fredy Malfy: batteria – rappresentano ancora oggi un’istituzione per la musica italiana e non solo.
Due ore di concerto dove diverse centinaia di persone, fra appassionati del genere e fan, sono arrivate per ascoltare brani storici provenienti da album ancora oggi ricercatissimi come “Campagna” (da “Napoli Centrale”, 1975), “Acquaiuo’, l’acqua è fresca?” (da “Jesceallàh”, 1992) e dal nuovo “O’ sanghe”, un lavoro al cui interno si trovano tutti i riferimenti artistici che hanno fatto grande la sua musica: funk, blues, venature jazz, e sopratutto tanta Napoli.
Tanta Napoli, esatto, ed è questo il segreto dell’energia, del groove e della potenza dei testi che rendono tutto così speciale. Una band formatasi fra gli anni ’60 e ’70 che non ha perso i suoi valori e non si è mai snaturata, facendo della musica uno strumento per raccontare e descrivere l’evoluzione vera di una città e della società negli anni, dando sempre importanza alla storia e alle origini della propria terra.
Per quarant’anni, prima con Napoli Centrale e con Pino Daniele poi, James Senese è riuscito a raccontarci di una società sempre più lontana da principi e valori culturali. Come in “A gente e’ Bucciano” storie vere di emigrati al nord, che lasciano la propria casa, le loro radici in cerca di lavoro, abbandonando la campagna per lavorare nelle fabbriche “Jettanne sangu’e salute”.
Raccontare e descrivere quello che si sente e si vede in un concerto così non è facile. Il messaggio che Senese e Napoli Centrale vogliono ancora lasciare è quello di credere ancora nella buona musica e nei valori della nostra terra e delle nostre tradizioni. L’autenticità della band e della sua musica rimane ad oggi qualcosa di veramente unico e inimitabile.
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