BOLOGNA – Prognosi ancora riservata per la 33enne originaria del senesericoverata in rianimazione a Bologna per avvelenamento da una sostanza tossica ed irritante. Il feto che porta in grembo per fortuna sembra per fortuna non avere subito conseguenze.
Accusato di aver avvelenato la donna, versando la sostanza irritante nella bottiglia di plastica (sembra liquido per lavastoviglie) è il compagno, 35enne, dipendente pubblico, sottoposto a fermo per lesioni gravissime dai carabinieri. Per il pm titolare dell’inchiesta, Giuseppe Di Giorgio, chiederà la convalida del fermo e la custodia cautelare in carcere.
La donna, di professione infermiera, era arrivata in ospedale con forti dolori allo stomaco dopo aver bevuto un bibita gassata. Inizialmente i medici hanno pensato ad un intossicazione alimentare, poi le analisi e il racconto della donna hanno impresso una svolta alla vicenda.
“Il movente non è ancora chiaro” avverte la procura che annunica di non voler fornire ulteriori particolari “per rispetto della donna e del figlio che ha in grembo”. Sulla base di quanto dirà l’indagato nell’interrogatorio davanti al Gip, nell’udienza di convalida che sarà probabilmente domani, si potrà valutare l’elemento psicologico della sua condotta: se si riterrà che l’uomo abbia accettato il rischio che la compagna morisse, si potrebbe imputare il tentato omicidio volontario, con il dolo eventuale.