AREZZO – Una ‘cabina di regia’ creata all’interno di Banca Etruria avrebbe avuto dal 2013 in poi il compito di organizzare il collocamento dele obbligazioni subordinate non solo alla clientela professionale ma anche alla massa dei comuni risparmiatori: anche coloro che avevano un profilo a “rischio basso”, non adatto ad operazioni speculative come i bond secondari.
E’ quanto emerge dagli accertamenti dell’inchiesta, ed in particolare da una circolare interna datata 2013 in cui si invita ad offrire i prodotti a rischio “in modo indistinto”. Una svolta per li filone dell’inchiesta per truffa, che fa salire di livello le responsabilità e rende più difficile la posizione dell’ex cda guidato da Lorenzo Rosi con il vicepresidente Pierluigi Boschi.
Ieri il pool di pm aretini ha disposto nuove perquisizioni nella sede di Banca Etruria alla ricerca di nuovi documenti: due alti dirigenti risultano indagati. In alcuni casi, i clienti sarebbero stati indotti ad effettuare il disinvestimento di operazioni a capitale garantito per favorire l’acquisto delle obbligazioni subordinate.