FIRENZE – Si è aperta con le contestazioni di alcune decine di persone del comitato vittime del salva-banche la giornata fiorentina del premier Matteo Renzi. Al suo arrivo al teatro Niccolini per l’iniziativa “L’Italia che dice sì”, è stato accolto dai fischi e dagli slogan urlati dal gruppetto di risparmiatori -“Buffone” e “Pinocchio” quelli più usati – che protestavano contro le modalità di rimborso per gli ex azionisti ed obbligazionisti delle 4 banche fallite.
Nella calca un anziano manifestante si è sentito male ed è stato portato via in ambulanza. Riguardo le contestazioni Renzi si è limitato a dire: “Il governo ha risolto i problemi che altri hanno creato, quindi non c’è proprio discussione alcuna”
Poi di fronte alla platea del Niccolini Renzi ha parlato di costituzione e riforme: “C’e’ bisogno di recuperare entusiasmo e orgoglio, c’è un’Italia che dice sì ed è più forte di tutto il resto” ha detto il premier, lanciando di fatto la campagna referendaria: “Ho bisogno di voi, 10 mila comitati in tutta Italia, composti da un minimo di 10 a massimo di 50 persone” ha detto ribadendo che in caso di vittoria del “no” al referendum si dimetterà. “Noi vinceremo il referendum – ha insistito – ma quello che è più importante è coinvolgere gli italiani” e far capire che da questa sfida dipende il futuro delle istituzioni”.
Il premier ha tra l’altro ricordato alcuni dei provvedimenti presi, tra cui il maxi fondo per cultura e ricerca varato ieri dal Cipe, ed ha annunciato il voto finale sul ddl sulla unioni civili tra il 10 e il 12 maggio.
Renzi ha lasciato il teatro intorno alle 11, per dirigersi verso Palazzo Vecchio, dove è in programma l’incontro bilaterale italo-nipponico con il premier giapponese Shinzo Abe.