FIRENZE – Una nuova “sfilata” in segno di protesta contro il lavoro che rischia di andare in fumo: sono tornate in piazza stamani a Firenze le stiliste e designer dello stabilimento Guess dell’Osmannoro contro la prospettiva, annunciata dall’azienda, di trasferire 90 di loro nella sede di Lugano, dove si intende spostare il settore “stile e prodotto”.
Le lavoratrici sono in mobilitazione orma da settimane. Nel frattempo la vertenza è diventatata nazionale ma non fa passi avanti: all’incontro del 30 aprile scorso al Ministero dello sviluppo economico l’atteso rappresentante di Guess Europe non si è neppure presentato, e l’azienda ha portato al tavolo alternative o controproposte al trasferimento forzoso in Svizzera.
E così stamani si sono date appuntamento in via degli Speziali, proprio davanti al negozio Guess, per una speciale flash mob che ha messo in scena un particolare “shooting”, com’è chiamato in gergo tecnico la sessione fotografica per gli abiti: due modelle vestite con jeans Guess ornati con decorazioni a forma di gioello, venivano “depredate” dalle stesse lavoratrici, mentre tutte intorno altre reggevano i cartelli “No people, no value”. Uno modo, per sottolineare il valore del lavoro che sta dietro ogni prodotto di moda, e il rischio di spoliazione delle professionalità per effetto della delocalizzazione annunciata. “Non vogliamo il trasferimento forzoso – hanno ribadito le lavoratrici in piazza – soprattutto alle inaccettabili condizioni poste dall’azienda. Proseguiremo la mobilitazione finché non verremo ascoltate”.
Intanto la vertenza approda anche in Consiglio Regionale, con una mozione urgente presentata dalla consigliera Pd Monia Monni (che oggi ha incontrato le lavoratrici) per manifestare “contrarietà assoluta alla delocalizzazione in Svizzera e iniseme chiedere alla giunta di “attivarsi prontamente per informare il Governo e sostenere la Città Metropolitana nella tutela del personale”.