FIRENZE – “Non la migliore legge possibile” ma “un primo passo, la caduta del muro della discriminazione, dell’odio e dell’omofobia”.
Così la senatrice PD Monica Cirinnà, relatrice del DDL sulle Unioni Civili, ospite di Novaradio nella trasmissione “L’ora del Dragone” ha difeso l’impianto del disegno di legge che per la prima volta vuole introdurre garanzie e diritti per le coppie dello stesso sesso, facendo il punto sull’iter parlamentare, e tracciando più in generale un bilancio delle battaglie presenti e future per l’estensione dei diritti.
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Il testo del DDL, approvato in Senato il 25 febbraio con un voto di fiducia posto dal governo, attende ancora l’ultimo decisivo passaggio alla Camera. “Nessun rischio di ritardi, la legge prosegue spedita e sono sicura che entro metà maggio ci sarà l’approvazione definitiva” assicura Cirinnà, che però aggiunge: “Spero che il governo metta la fiducia anche alla Camera, non possiamo rischiare”.
Nessun riferimento alla parola “matrimonio”, retromarcia sulla “step child adoption”, rimozione del di fedeltà: all’interno del movimento LGBTI brucia ancora la delusione per l’occasione mancata con il testo alla fine uscito dal Senato. “Certo volevamo fare la legge con altri accordi – ammette la senatrice Pd – ma il cambio di orientamento del Movimento 5 Stelle ci ha costretto al rientro in maggioranza e a dolorosi stralci”. “Obiettivo era e rimane – ribadisce però – arrivare in futuro al matrimonio egualitario. Anche in altri paesi europei le unioni civili sono stati il primo passo. Il movimento è giusto che sia l’avanguardia, da parte mia lavorerò perché inserirlo nel programma del Pd del 2018”.
Ormai alle spalle l’amarezza e gli sfoghi dopo il “tradimento”in Senato, Monica Cirinnà guarda già alle prossime battaglie per i diritti: “Mi piacerebbe potermi occupare del tema del fine vita”.