FIRENZE – “Una retromarcia inspiegabile” se non alla luce di “scontri interni in Regione”. C’è sorpresa, amarezza a soprattutto forte proccupazione tra i 150 lavoratori del CFO di Sesto Fiorentino, il centro oncologico privato di Villa Ragionieri che nel giro di pochi giorni sono passati dalla prospettiva di un rapido passaggio sotto l’ala della Regione a quella di trovarsi in mobilità nel giro di due mesi.
“La trattativa andava avanti da anni – ha detto Luigia Parenti, dipendente del CFO oggi ospite delle trasmissione News Box – era ormai tutto pronto per il passaggio anche organizzativo: avevamo già i primi interventi programmati con chirurghi e pazienti già avvertiti. Ora questo stop mette a rischio il nostro lavoro”.
Alcune settimane fa la Regione Toscana aveva annunciato l’acquisizione della struttura, di proprietà della Unipol, per farne il centro toscano di riferimento per la senologia: il mezzo individuato, un rent-to-buy al posto della convenzione attualmente in vigore tra la struttura e il sistema sanitario regionale. Solo pochi giorni fa Unipol ha annunciato ai lavoratori di aver ritirato l’offerta di vendita alla Regione: una mossa che mette a rischio i lavoratori. La convenzione rimane valida fino al 31 maggio, ma dopo l’ultimo annnuncio la possibilità concreta è che la messa ijn mobilità possa scattare glia ll’indopmani della riunione del cda del 13 maggio prossimo.
Uno sviluppo “inattteso e inspiegabile” per i lavoratori. Ma cosa potrebbe esserci dietro? “La sensazione tra chi lavora al CFO – riferisce Parenti – è che derivi da degli scontri interni alla Regione, dato che il costo dell’operazione era noto. C’è qualcuno a livello regionale che ha fatto saltare tutto”.
Le risposte saranno chieste direttamente all’assessore regionale a salute e welfare Stefania Saccardi, che domani ha in programma un incontro, fissato da giorni, con i rappresentanti dei lavoratori sulla questione CFO. “Non ci basteranno generiche rassicurazioni, l’obiettivo deve essere la tutela dei posti di lavoro” avvertono i sindacati, a questo punto pronti alla mobilitazione se le risposte non saranno soddisfacenti: “Lotteremo per rimanere là, c’è un patrimonio di esperienza, professionalità e tacnologia che non deve essere spezzettato e disperso”.