FIRENZE – È in corso da stamattina, e proseguirà per tutta la giornata presso il tribunale cittadino, la nuova udienza del processo per la morte di Riccardo Magherini, il 40enne deceduto nella notte tra il 2 e 3 marzo 2014 in strada a Firenze dopo che era stato ammanettato da due pattuglie dei carabinieri.
Ad aprire l’udienza l’interrogatorio di Claudia Matta, uno dei tre volontari della Croce Rossa imputati insieme a quattro carabinieri. La donna, ricostruendo le fasi dell’intervento, ha ribadito più volte che i militari hanno impedito l’esatta valutazione delle condizioni di Magherini, tenuto prono a terra, con le mani ammanettate dietro la schiena. Matta ha detto di aver chiesto almeno due volte di girare il paziente che poi fu mosso solo all’arrivo del medico e dell’infermiere.
E’ stato poi ascoltato il tossicologo Francesco Mari, uno dei consulenti del pm, che ha ribadito che le analisi hanno permesso di stabilire che Magherini aveva assunto negli ultimi giorni oltre tre grammi di cocaina, una quantità “difficile da assumere tutta insieme”. Tra le cause del decesso ci potrebbe essere, secondo il perito, la sindrome da eccitazione delirante, che comporta una richiesta di ossigeno maggiore.
Secondo Gian Aristide Norelli, il medico legale che effettuò l’autopsia, l’ossigeno sarebbe arrivato con difficoltà sia per la posizione in cui era costretto Magherini, sia per la sindrome da eccitazione delirante, sia perchè uno dei carabinieri stava a cavalcioni sul 40enne per tenerlo fermo. Le difficoltà di respirazione avrebbero poi portato all’arresto cardiaco.
Norelli ha poi ribadito che non sono state trovate grosse ecchimosi a livello cutaneo, tranne quella nel volto, e che l’ematoma a livello epatico potrebbe essere stato causato dalla posizione del carabiniere che stava a cavalcioni sul 40enne, non ci sarebbero state evidenti lesioni causate da calci.
Domani sulle nostre frequenze l’approfondimento in diretta con Andrea Magherini