AREZZO – Sarà presa “entro pochi giorni” la decisione del tribunale fallimentare di Arezzo, riunitosi stamani a porte chiuse per l’udienza sull’istanza di insolvenza della vecchia Banca Etruria presentata dal commissario Santoni, la cui relazione parla di un miliardo e 167 milioni di deficit complessivo, e di 305 milioni che la vecchia banca Etruria non sarebbe in grado di restituire, compresi 22 milioni agli obbligazionisti.
A chiedere il fallimento anche il procuratore capo di Arezzo, Roberto Rossi: se il collegio deciderà per il fallimento, i procuratore potrebbe aprire un nuovo fascicolo con l’ipotesi di bancarotta fraudolenta a carico dell’ex dirigenza di Banca Etruria, ovvero l’ultimo presidente Lorenzo Rosi e i vicepresidenti, tra cui Pierluigi Boschi.
I legali della difesa hanno chiesto il rigetto dell’istanza, presentando anche una eccezione di costituzionalità contro il decreto salva-banche del governo. “Tutte le perdite della banca sono solo stimate, non sono effettive” ha detto il legale di Rosi, Michele De Sario, secondo cui c’erano “tutti i tempi per fare un aumento di capitale quanto è stata commissariata a febbraio 2014”. “Banca Etruria – ha aggiunto – così come Banca Marche, Carife, e Carichieti sono vittime di “giochi che avvengono a livello elevatissimo”.
Di fronte alla sede del tribunale, stamani, anche un presidio di una trentina di obbligazionisti e risparmiatori di Banca Etruria: “Non votate più Pd, era meglio quello di prima, almeno si sapeva com’era” uno degli slogan ripetuti al megafono dai manifestanti hanno attaccato i loro soliti cartelli contro il governo Renzi, contro Consob e Bankitalia, chiedendo che vengano “restituiti tutti i soldi”.