FIRENZE – Diventerà polo della memoria e centro di un museo diffuso sulla deportazione (e non solo): questa la destinazione scelta per gli spazi di Ex3, l’ex centro per l’arte contemporanea aperto nel 2009 e inutilizzato dal 2012, che ieri ha accolto il Memoriale degli italiani ad Auschwitz.
Un progetto a lungo termine nato da una decisione concordata tra l’Aned, l’associazione degli ex deportati che del memoriale è titolare, il Mibact, il Comune di Firenze e la Regione Toscana.
Per la realizzazione del museo il Comune di Firenze ha messo a disposizione la struttura che ospiterà l’opera e assumerà la direzione dei lavori di trasformazione dell’immobile, la Regione garantirà la valorizzazione culturale del memoriale, l’Aned curerà la progettazione artistica della nuova installazione (assieme all’architetto Alberico Belgiojoso) e le schede, i documenti e il percorso che lo correderanno, mentre un comitato storico-scientifico presiederà alla ricontestualizzazione del Memoriale.
Un progetto rivolto a resistenza e memoria che però finora ha eslcuso enti di riferimento nel settore come l’Istituto storico della resistenza in Toscana. “Nesssuno finora ci ha contattato, ma siamo disposti a collaborare”, ha detto stamani il presidente dell’Istituto Simone Neri Serneri ai microfoni di Novaradio, aggiungendo: “Si sfrutti l’occasione per farne non solo un mausoleo per pellegrinaggi delle scuole, ma un museo vivo, aperto al ricco materiale documentario e archivistico, alle associazioni, e magari facendone il nuovo polo sulla storia di tutto il 900, visto che il museo di Firenze è chiuso da anni.”
>> Ascolta l’intervista integrale a Simone Neri Serneri, ospite oggi sulle nostre frequenze per News Box <<