FIRENZE – Dal 1° gennaio le Asl toscane passano da 13 a 3, e partirà la riorganizzazione della sanità fondata su 25 zone distretto e l’introduzione di nuovi meccanismi per integrare i servizi di urgenza, la medicina ospedaliera e quella di base, i servizi di assistenza.
Dopo 5 giorni di discussione (quasi) ininterrotta in aula, nella notte tra sabato e domenica il Pd in Consiglio regionale è riuscito a portare a termine l’approvazione della riforma, superando l’ostruzionismo delle opposizioni, grazie ad un escamotage politico che ha provocato una valanga di polemiche
Decisiva per giungere al varo della riforma prima che decadesse la legge-ponte 28 approvata nel marzo scorso, la decisione della maggioranza di stralciare dal testo ben 56 articoli, oltre un terzo, facendo decadere anche i 6.000 emendamenti ancora pendenti. Le parti stralciate, relativa a norme di contorno, saranno approvate in gennaio.
Su tutte le furie le opposizioni, che bollano la mossa come “surreale automutilazione” che dà vita ad una “riforma monca, sbilenca, cubista”; un “atto di disonestà” politica vòlto solo ad evitare lo svolgimento del referendum per cui sono già state raccolte 55 mila firme.
Ma giunta regionale e Pd replicano compatte a difesa della riforme: “La riforma era nel mio programma elettorale – ha rivendicato il governatore Enrico Rossi – è un diritto della maggioranza approvarla”.
“La legge 28 su cui era stata promosso il referendum è stata annullata, l’opposizione dovrebbe essere contenta – ha detto il presidente PD ella commissione sanità, Stefano Scaramelli,intervistao stamani nel corso della trasmissione News Box di Novaradio – se le opposizioni vogliono un referendum per ripristinare lo status quo son libere di farlo”.
