PIOMBINO – “E’ finito il tempo delle chiacchiere, servono atti molto concreti”. Non ha risparmiato attacchi diretti alla politica del governo il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, a Piombino (Livorno) per lo sciopero dei metalmeccanici proclamato da Fim, Fiom e Uilm, il primo dalla nascita della Aferpi dopo il passaggio di Lucchini a Cevital.
I lavoratori si sono mossi in corteo per le strade della città fino a raggiungere piazza Gramsci, per protestare contro i ritardi sul cronoprogramma del piano di rilancio del polo industriale, ma anche per avere risposte dal governo sugli sconti ai costi dell’energia, gli incentivi alla reindustrializzazione, e i fondi per le infrastruttura, primo tra tutti il porto e la strada 398.
“E’ un problema che riguarda la responsabilità e la serietà dell’azienda – ha detto Landini – che deve rispettare ciò che ha detto e ciò che ha scritto, ma c’è anche un problema di politica industriale più generale, un problema di costo dell’energia, che non è un problema solo di Piombino, ma di tutte le aziende che in Italia operano nel settore siderurgico e dell’alluminio”.
“Noi siamo ancora di fronte al fatto – ha aggiunto – che qui c’è un vuoto e una mancanza di politica industriale. E che politiche, che non possono essere fatte che sul piano pubblico, per poi chiedere ai privati di fare gli investimenti, debbono essere affrontate”.
“Chiamiamo alle proprie responsabilità azienda e governo – ha aggiunto dal palco Sandro Pasotti (Fim) – Non tollereremo interferenze esterne che lavorano per far fallire il progetto”. “Pretendiamo – ha Mario Ghini, segretario nazionale della Uilm – risposte chiare da azienda, Governo e istituzioni: non fermeremo le iniziative, arriveremo a Roma”.
