FIRENZE – La mobilitazione sulla scuola, sui suoi problemi di lunga data e quelli che rischia di generare la riforma Reni-Giannini si muove a Firenze all’insegna della sperimentazione delle forme di protesta e del tentativo di dialogo tra studenti, docenti e dirigenti scolastici.
Dopo le prime manifestazioni di piazza di inizio ottobre, il fronte studentesco sembra orientarsi sulla protesta soft: ieri l’assemblea degli studenti del liceo Michelangeolo ha deciso l’avvio, al posto dell’occupazione, di quello che è stato chiamato l “movimento” : una serie di incontri e iniziative gestite dai ragazzi con i docenti che terranno aperta la scuola ma senza interruzione della didattica.
Anche nell’altro storico “classico” della città, il Galileo si è scelta la formula inedita dei “forum”, mentre al Da Vinci si è da poco conclusa l’autogestione.
Sul fronte dei presidi a scuotere il dibattito è il documento-manifesto “La scuola di tutti” sottoscritto da 16 presidi fiorentini e toscani per promuovere un dibattito pubblico per una scuola “libera, autonoma, responsabile e partecipata”, con cui però intervengono anche nel dibattito in atto su numerose questioni: dal consumo di sostanze tra i giovani a scuola alle occupazioni degli istituti scolastici
“Riteniamo che le occupazioni non siano più uno strumento adeguato per esprimere un punto di vista critico – scrivono i firmatari- ma non sono il principale problema della scuola”. Ma, aggiungono, nemmeno repressione e severe sanzioni sono la giusta soluzione. La via da seguire, secondo i 16 presidi, è quella del dialogo con gli studenti e la ricerca di nuove forme di coinvolgimento. “Forme da sperimentare – ha spiegato stamani a Ludovico Arte, preside del “Marco Polo” di Firenze e tra i primi frmatari del documento, intervistato stamani a Novaradio nel corso della trasmissione News Box – già nelle prossime settimane con una serie di azioni concrete, alla ricerca degli spazi di libertà e di autonomia nella didattica”.