FIRENZE – È al momento senza indagati il fascicolo per omicidio colposo, aggravato dalle lesioni agli altri marittimi, aperto dalla procura di Livorno sull’incidente che ha coinvolto ieri la nave oceanografica ‘Urania’, sbandata improvvisamente su un fianco mentre si trovava per lavorazioni nel bacino galleggiante Mediterraneo. Incidente che è costato la vita ad un membro dell’equipaggio e il ferimento di altri tre operai.
Sarà disposta nei prossimi giorni dal pm Antonella Tenerani, che ha in mano il fascicolo, anche l’autopsia sul corpo del marittimo. Sia la nave che il bacino sono stati posti sotto sequestro, mentre si sta acquisendo tutta la documentazione relativa ai progetti di lavorazione della nave.
Inoltre la procura ha incaricato due consulenti, un medico legale e un ingegnere, di effettuare le prime verifiche, i quali verranno nominati in seguito al momento in cui ci saranno eventuali indagati. Agli inquirenti servirà ancora qualche giorno per capire la dinamica precisa dell’incidente. Sulle cause, infatti, fino a quando non si potrà andare in acqua sotto lo scafo per verificare che cosa sia successo con precisione, è possibile fare solo ipotesi. Mentre si stavano effettuando delle verifiche sulla tenuta dello scafo, avrebbe ceduto una tacca di sostegno del bacino, che ha poi provocato la successiva sbandata della nave.
Arriva nel frattempo anche il messaggio del sindaco di Livorno Filippo Nogarin che dichiara: “un evento inaccettabile la morte di un uomo sul proprio luogo di lavoro”. “Quanto si è verificato ieri – ha aggiunto il sindaco – richiede da parte dell’Amministrazione comunale il massimo impegno nel cercare e ottenere le risposte alle tante domande che la città continua giustamente a porsi in tema di sicurezza sul lavoro, mentre alle autorità preposte spetterà il compito di individuare le cause dell’incidente e delle eventuali responsabilità”. L’amministrazione Comunale ha deciso inoltre di proclamare il lutto cittadino che si svolgerà in occasione delle esequie del marittimo.
Nel frattempo stamattina 700 lavoratori dei cantieri e delle ditte Benetti di Livorno hanno aderito allo sciopero indetto dalla CGIL. “E’ inaccettabile andare via da casa e non tornarci perchè sei morto sul lavoro”, ha detto Maurizio Strazzullo della Cgil di Livorno confidando che “la magistratura accerti il prima possibile le responsabilità, anche per chi dovrà continuare a lavorare”.
“Lo sciopero di oggi – ha spiegato Mirko Lami della Cgil Toscana – era necessario perchè non possiamo pensare di essere macchine, ma uomini. Ora alla magistratura e alla Asl – aggiunge – spetta un compito complicato e importantissimo: quanto accaduto è di una dinamica molto complessa”.