FIRENZE – In un quadro di fortissimo astensionismo (al voto meno del 50% degli elettori, prima volta nella storia delle regionali toscane) il governatore uscente Enrico Rossi si conferma alla guida della Regione Toscana, la Lega Nord balza al 2/o posto con 1/5 dei voti davanti al Movimento 5 stelle. Collassa Forza Italia sotto al 10%, (e si dimette il coordinatore regionale Parisi), mentre la sinistra radicale supera solo di poco la soglia di sbarramento del 5%.
A oltre 8 ore dalla chiusura dei seggi, lo scrutinio è quasi (ma non ancora) completato. La partecipazione elettorale resta inchiodata al 48%, la più bassa della storia delle elezioni toscane dal 1970. Rossi ottiene il 48% dei voti e viene eletto al primo turno (ma nel 2010 aveva oltre il 60% dei consensi, assieme a Sel e Idv). A sorpresa si piazza secondo Claudio Borghi (Lega + Fardetti d’Italia) con il 20%. Dietro, Giacomo Giannarelli del M5S, attorno ale 15% (pentastelati in lieve arretramento rispetto al dato delle europee 2014). Si squaglia l’ex centro destra: Stefano Mugnai, candidato di Forza Italia fa l’8%, Giovanni Lamioni (NCD-Udc) raccoglie poco più dell’1%. La sinistra ex-comunista, radicale e dei movimenti di “Si – Toscana a Sinistra” conferma dei limiti strutturali e non va oltre il 5-6%. Chiude i conti Gabriele Chiurli di Democrazia Diretta (0,3%).
Il voto disegna un’assemblea regionale con 24 consiglieri Pd su 40, mentre la Lega dovrebbe averne 8 e diventare il partito destinato a guidare l’opposizione.