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FIRENZE – I conti del Maggio Musicale fiorentino sono in ordine, il pubblico risponde e l’operazione di rilancio sta dando i suoi frutti anche sul fronte dei ricavi: la bigliettazione è passata da 2 milioni di euro del 2022 ai 3,54 del 2024; gli ultimi spettacoli- da Rigoletto a Fantasia, dal balletto alla Norma – sono andati tutti esauriti, solo nei primi tre mesi del 2025 sono già stati incassati 2,7 milioni, con una previsione che a fine anno dovrebbe raggiungere i 4 milioni di euro. “Il debito non c’è più – ha detto Fuortes – e non abbiamo usato fondi statali aggiuntivi. Le spese per il personale sono invariate, e anzi abbiamo distribuito anche 1.000 euro di premio ai dipendenti. Ora dobbiamo andare crescere con l’introito da spettacoli, che al momento sono al 18% dei ricavi totali”.
Questi i numeri che il Sovrintendente al Maggio Musicale Fiorentino Carlo Fuortes ha portato oggi all’attenzione della commissione controllo del Consiglio Comunale: “Il Maggio può tornare quello che è stato, il punto di riferimento per i fiorentini, ma anche i turisti, e tutti gli amanti della lirica” ha detto Fuortes, che riguardo alla programmazione ha aggiunto: “Dopo una programmazione del 2024 già impostata dal commissario Cutaia, la Norma è l’inizio di un nuovo percorso”. Che sarà fatto di nuove produzioni originali – ben 7 quelle proposte solo negli ultimi mesi – ma anche collaborazioni con Londra, Berlino, Madrid, Monaco, con il coinvolgimento di artisti importanti, da Wim Wenders, Damiano Michieletto o Emma Dante alla regia, fino a Roberto Bolle per la danza: innovazione e tradizione, secondo il modello che ha inaugurato proprio il Maggio Fiorentino, ha ricordato Fuortes.
Riguardo le maestranze, Fuortes ha ringraziato “un’orchestra e un coro di livello straordinario, merito anche dei direttori Metha e Gatti”. Nessuna novità invece sul fronte delle direzioni musicale e artistica: il nuovo direttore musicale sarà nominato entro quest’anno, ha assicurato Fuortes, che invece sembra intenzionato a continuare a svolgere il ruolo anche di direttore artistico: “Non è una priorità”. Esclusa invece la possibilità della ricostituzione del Maggio Danza: “Attualmente il Maggio non se lo può permettere, costerebbe non meno di 4-5 milioni di euro l’anno, farebbe sballare di nuovo il teatro, a meno di risorse statali nuove e costanti”.
“Più luci che ombre nella nuova gestione del Maggio, i conti e le dichiarazioni di Fuortes ci rassicurano” ha commentato per la maggioranza di Palazzo Vecchio Caterina Arciprete, AVS-Ecolò, che però aggiunge: “Sulla nomina delle direzioni musicale e artistica vigileremo”.
Più scettico invece Dmitrij Palagi, Sinistra Progetto Comune: “Verificheremo alla prova dei fatti le cifre sugli incassi presentate da Fuortes, anche quando veniva Pereira i conti erano tutti in ordine – dice – e chiederemo chiarimenti sull’applicazione dell’integrativo aziendale e su eventuali indennità per i dirigenti”. Dubbi anche sulla commistione dei compiti di direzione organizzativa e artistica in capo al Sovrintendente: “Ne chiederemo conto alla sindaca come presidente della Fondazione Maggio” ma per Palagi la situazione riflette “l’assenza di una politica culturale” da parte della giunta.