FIRENZE – Saranno il pianista Benedetto Lupo e il direttore Markus Stenz i protagonisti del programma che rende omaggio a Luigi Dallapiccola nel cinquantenario della morte. Il concerto debutta il 14 febbraio a Firenze, con repliche il 15 febbraio ad Empoli, il 18 a Pisa e il 19 a Figline.
Mezzo secolo fa, proprio in questi giorni (il 19 febbraio), il compositore moriva nella sua abitazione di via Romana. Dallapiccola, il primo in Italia a scrivere musica dodecafonica, era istriano di nascita, Firenze però fu casa sua a partire dal 1922, quando vi si trasferì per studiare al “Cherubini” (pianoforte con Ernesto Consolo, composizione con Vito Frazzi), dove poi insegnò a generazioni di studenti, alcuni destinati a carriere strepitose, come Sylvano Bussotti.
L’Ort ricorda il compositore con una delle sue pagine più poetiche, il Piccolo concerto per Muriel Couvreux per pianoforte e orchestra, lavoro concepito tra il 1939 e il 1941, durante guerra e mentre le leggi razziali stavano colpendo duramente la sua famiglia (la moglie Laura era ebrea). A questo brano il programma associa un altro Concerto pianistico del secolo scorso, quello in sol di Maurice Ravel scritto attorno al 1930. Pagina di limpidezza neoclassica, composta nello spirito di Mozart, che comunque fonde con brillante, fascinosa maestria, materiali variopinti comprendenti anche motivi jazz e temi da circo. Solista per entrambi i Concerti è Benedetto Lupo, tra i maggiori pianisti italiani, repertorio amplissimo, carriera internazionale avviata nel 1989 grazie al terzo premio conquistato nel Concorso statunitense “Van Cliburn”, vasta attività didattica anche come docente nei corsi di perfezionamento dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia.
Sul podio Markus Stenz, già direttore principale delle orchestre di Baltimora, di Seoul e della Radio olandese. Al solo Stenz è affidata la seconda parte del programma, la Sinfonia n. 100 di Franz Joseph Haydn (1794), detta Militare per l’impiego qua e là di richiami ai campi di battaglia tanto per gli squilli di tromba quanto per la presenza di un apparato di percussioni che evoca la banda militare dei giannizzeri al servizio del sultano turco.