FIRENZE – Il disegno come alfabeto espressivo per conoscere se stesso, dare eco alla più intima aspirazione di trasformazione del proprio Io. Con questa impronta autobiografica prende vita e si potenzia il segno “dissidente” di Giovanni Galli nella mostra “Aspettando la bomba. L’Art Brut di Giovanni Galli”, promossa dall’Associazione La Nuova Tinaia per celebrare i trent’anni di attività di uno degli autori più significativi di questa arte “grezza” e autodidatta nata all’interno degli ospedali psichiatrici, e in programma dall’8 febbraio al 28 marzo presso la Sala delle Esposizioni dell’Accademia delle Arti del Disegno (Via Ricasoli 68).
Curato da Gustavo Giacosa, personalità eclettica e appassionata al tema dell’Art Brut, il progetto espositivo rende omaggio a un artista italiano di origini fiorentine, figura emblematica seppure ancora misconosciuta al grande pubblico, nell’ambito dei cinquant’anni de La Tinaia, punto di riferimento socio-culturale di livello internazionale. Segna, inoltre, un’occasione preziosa per dare continuità al filo narrativo avviato da Jean Dubuffet negli anni Quaranta su quel mondo enigmatico che scaturisce dall’estro puro, mai mediato e a volte perturbante, delle persone che frequentano l’arte come cura al loro disagio psichico. In tal senso, la mostra rappresenta il naturale prosieguo di quella inaugurata al Mudec di Milano lo scorso 12 ottobre – “Dubuffet e l’Art Brut. L’arte degli outsider”, fino al 16 febbraio – e nella quale sono esposti, tra le altre, alcuni disegni di Galli.