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TOSCANA – Approvato, nella tarda serata di ieri, il piano regionale di gestione dei rifiuti e bonifica dei siti inquinati – piano dell’economia circolare (Prec) della Toscana. L’atto, su cui l’assemblea regionale ha discusso per due giorni, ha incassato 24 voti favorevoli (Pd e Iv) e 11 contrari (FdI, FI, Lega e M5s). I principali obiettivi strategici del piano, è stato spiegato dell’assessore all’Ambiente Monia Monni, sono la riduzione dei rifiuti urbani del 5% (rispetto al 2019); il miglioramento quali-quantitativo delle raccolte differenziate per conseguire gli obiettivi nel medio periodo del 75% di raccolta differenziata al 2028 e dell’82% al 2035.
Autosufficienza e sostenibilità del sistema saranno assicurate grazie alla realizzazione della nuova impiantistica per il riciclo e recupero che si concretizzerà indicativamente dall’anno 2028, quindi, nei prossimi anni si dovrà fare ricorso agli impianti esistenti, discariche comprese. Prevista anche l’implementazione di nuove filiere di trattamento volte al recupero di materia: dalla raccolta di manifestazioni di interesse sono risultate coerenti 39 proposte progettuali delle aziende, di queste, sono 12 gli impianti già realizzati o in via di realizzazione; 7 quelli in corso di autorizzazione.
Durissime le critiche da parte di Rossano Ercolini, storico attivista ambientalista della Rete Zero Waste/Rifiuti Zero: “Siamo molto delusi, è il piano della non pianificazione e della mistificazione. Non si parli di economia circolare, gli impianti come l’ossi-combustore previsto a Peccioli o i prodotti chimici da rifiuto (“waste to chemical”) altri sono in aperto contrasto con i principi normativi dell’Unione Europea in materia di impiantistica dei rifiuti. Si falsificano i numeri, si continua a gonfiare l’attesa dei rifiuti, è un regalo, una marchetta alla lobby dell’impiantistica sporca di Eni e di altri grandi gruppi industriali e ad alcuni distretti come le cartiere, che anziché essere invitati a investire sull’economia circolare, gli si strizza l’occhio dicendo che l’impiantistica sarà sovradimensionata”. E sulle discariche, aggiunge non c’è chiarezza: “Da un lato la Regione demonizza le discariche ma poi ne prevede l’ampliamento. Nel piano non c’è un riferimento alla riduzione dei rifiuti né alla buone pratiche, altrimenti non ci sarebbe materia da bruciare negli impianti di Eni e di altri grandi gruppi”. “L’economia circolare è recupero di materia, non di energia, non siamo disponibili ad essere manipolati” conclude Ercolini, non escludendo ricorsi e petizioni al Parlamento Europeo.