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FIRENZE – Dopo le polemiche interne alla maggioranza Pd-Iv, i dubbi del governatore Giani, i timori per possibili impugnazioni, il testo del nuovo Codice del Turismo arriva in aula del Consiglio Regionale profondamente modificato nella parte in cui si introducevano nuovi poteri in capo ai Comuni per limitare il proliferare degli affitti turistici brevi. Molte le novità introdotte da un emendamento proposto dallo stesso Pd, frutto di febbrili trattative, rispetto al testo presentato solo due giorni fa, e che è stato sottoscritto da tutte le forze politiche tranne Forza Italia (compreso quindi anche Fdi, M5s e Iv).
Viene cancellata la possibilità di divieto assoluto ma solo di limitare alla diffusione di airbnb nelle “zone omogenee” a maggior vocazione turistica; cancellata anche la possibilità di porre un tetto al numero di notti in un anno, e di porre un limite massimo al numero di appartamenti in capo ad un singolo soggetto.
L’applicazione territoriale della riforma viene estesa non più solo i Comuni capoluogo con più di 50 mila abitanti, ma tutti i Comuni a maggior densità turistica (classificazione S5), circa una 90 in tutta la Regione, tra cui anche piccoli come san Gimignano e Pienza. Ma non scatterà subito: i Comuni potranno applicarla non prima di 3 e non oltre 5 anni dall’approvazione: di fatto una moratoria triennale.
“Una soluzione di equilibrio” la definisce il capogruppo del Pd in Consiglio Regionale Ceccarelli, che replica alle critiche subito emerse di aver snaturato la riforma e averne annacquato la portata di cambiamento: “Finalmente i sindaci potranno avere uno strumento per poter gestire i flussi di turismo che in Toscana non solo volgiamo na che desideriamo che aumentino”
Durissima la critica dell’Associazione Salviamo Firenze: “E’ la legge di Pd, Lega e Fratelli d’Italia, hanno spostato l’asse e reso la legge inservibile. Con la proroga da 3 a 5 anni, ha vinto chi non voleva la legge, in primis il governatore Giani” attacca Massimo Torelli: “Non c’è mai il coraggio di dire che gli affitti turistici sono troppi. Con la moratoria di tre anni poi, il rischio è quello dell’ultimo assalto: “In questi tre anni questi gruppi di investimento compreranno l’impossibile”