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FIRENZE – Dei 480 nuovi posti letto per studenti universitari che saranno realizzati dall’operazione di ristrutturazione dell’ex clinica ospedaliera di Monna Tessa, il 50% sarà oggetto di convenzionamento tariffario con il Comune ed il residuo 50% sarà a tariffa calmierata condivisa in sede di bando con l’università. Un numero di circa 30 posti letto sarà invece dedicato ad ospitare familiari dei degenti delle strutture sanitarie della zona. A spiegarlo, ieri l’assessore al patrimonio di Firenze, Dario Danti, rispondendo, in Consiglio comunale, ad un question time della capogruppo di Avs-Ecolò Caterina Arciprete. “Il primo interlocutore – ha detto Danti – sarà l’Azienda regionale per il diritto allo studio per completare l’offerta di posti alloggio mancanti rispetto ai vincitori che non ne possono beneficiare. Siamo anche al lavoro per redigere il regolamento applicativo della disciplina urbanistica in materia di edilizia convenzionata per studenti e usi temporanei”.
Alla presentazione del progetto molti i dubbi sorti soprattutto a proposito del prezzo dei futuri posti letto – pronti con prima del 2027/28 – per gli studenti, dato che cifra di cui si era fatto riferimento oscillava tra i 500 e 650 euro al mese: troppo per uno studente universitario medio, e anche troppo per i prezzi medi in città (480 euro), avevano denunciato le associazioni studentesche come UDU – Sinistra Universitaria: “Il Comune è convinta di lavorare sul regolamento attuativo per offrire tariffe davvero accessibile, per mettere in sicurezza gli studenti Ardsu” cioè i vincitori di borsa alloggio che non hanno accesso agli alloggi universitari, spiega Caterina Arciprete a Novaradio. E sul resto? “Le cifre non sono state decisem, quindi c’è margine per il Comune di far valere le proprie ragioni, il socio provato è comunque la Cassa Depositi e Prestiti, non un fondo speculativo, e usano i fondi nazionali per l’Abitare sociale”. Sulla previsione invece che nei 2 mesi estivi le camere dello studentato vengano affittate a prezzi di mercato, e che quindi debbano essere “liberate” dagli studenti, Arcipreta ammette: “Su questo non abbiamo notizie: sarebbe meglio di no….”.