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FIRENZE – Appuntamento sabato 14 dicembre alle 19 a Cango Cantieri Goldonetta nell’ambito di Lucia Festival 2024, per l’ascolto in prima nazionale di “9999. Una grande vita lunga” di Giovanni Cioni, un racconto basato sulla vita e sull’esperienza in carcere del bandito e poeta Giovanni Farina, proveniente dai monti della Calvana (ma sardo di origine) e indicato come la mente dietro al sequestro dell’imprenditore Giuseppe Soffiantini, avvenuto nel giugno del 1997. Per l’occasione oltre all’autore sarà presente di Giovanni Farina.
Vincitore del premio Lucia 2024 nella categoria ‘opere’, il podcast verrà pubblicato da Rai Play Sound proprio in occasione del festival.
““Mi auguravano una grande vita lunga”, dice Giovanni Farina. Fino al 31 dicembre 9999. Giovanni Farina è stato ergastolano. Fine Pena Mai. Giovanni Farina è sopravvissuto all’ergastolo al quale era stato condannato. Giovanni Farina è sopravvissuto alla sua leggenda, quella dell’imprendibile bandito Farina, indicato come la mente del sequestro di Giuseppe Soffiantini, uno degli ultimi e più clamorosi sequestri di persona, nel 1998. Gli avevano detto che non avrebbe più rivisto i suoi monti, i Monti della Calvana, gli chiedevano se non aveva capito che doveva morire in carcere.
Questi Monti della Calvana dove Giovanni Farina è cresciuto, sono i monti dove il cineasta Giovanni Cioni è tornato a vivere, proprio negli anni del sequestro Soffiantini, che è stato nascosto qui. È su questi monti, in una casa non lontana dalla sua casa abbandonata, che Giovanni Farina e Giovanni Cioni si ritrovano per questa conversazione –e si ritrovano proprio il giorno in cui Farina finisce di scontare la sua pena. Il giorno in cui sarebbe libero. Sarebbe, dice.
Un viaggio sonoro e cinematografico –di immagini sonore come delle reminiscenze. Le parole ripercorrono una vita, la rivivono. Ci portano lontano nel tempo –la sua infanzia di pastore sardo in Toscana, il clima di sospetto e di criminalizzazione con il quale si scontra, i primi arresti e le fughe, la famiglia dispersa. Le parole ci portano lontano nello spazio -nella giungla del Venezuela, in Australia, nella caverna dei lunghi anni di isolamento. Le parole –negli anni di carcere per sopravvivere Giovanni ha iniziato a usare le parole, a scrivere testi, racconti, poesie, di uno splendore struggente per lottare contro l’oscurità. Nelle parole di Giovanni c’è l’ostinazione alla vita, una vita dispersa da ritrovare.”