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Esplosione Calenzano, Marasco (Cgil Firenze): “No allo scaricabarile delle responsabilità sugli operai” – ASCOLTA

today12/12/2024

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    Bernardo Marasco, segr. Camera del Lavoro di Firenze, 12 dicembre 2024

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FIRENZE – Ieri il giorno del dolore e della rabbia dopo l’ennesima strage sul lavoro che lunedì ha spazzato via cinque vite nel deposito Eni di Calenzano e la notizia del sequestro dell’intera area dove è avuta l’esplosione. Proseguono le indagini della Procira di Prato che ha apero un fascicolo per omicidio plurimo colposo ma anche per violazioned elle norme sulla sicurezza del lavoro. Perquisizione sono state compiute dalla polizia giudiziaria nella sede Eni e della Sergen, società incaricata della manutenzione dell’impianto per cui lavoravano due delle cinque vittime, ma anche presso la BT, azienda di trasporti di cui era dipendente un’alatra dle vittime, Vincenzo Martinelli, autotrasportatore che solo poche settimane fa con una lettera aveva segnalato delle anomalie nell’impianto .

Nel frattempo emergono inoltre altri elementi:  a mancata consegna all’ispra della relazione Arpat sui controlli all’impianto effettuati nel 2023, le sottostime nel piano di rischio dell’impianto che calcolava i rischi in un raggio di soli 200 metri, laddove mentre l’esplosione di lunedì ha fatto danni anche a 400 metri di distanza. A quanto emerge dalle indagini i PM  parlano di una “scellerata condotta” nelle operazioni di manutenzione e nella “inosservanza delle norme di sicurezza”. Responsabilità che dunque ricadrebbe sulla squadra dei manutentori della Sergen che, a quanto si è appreso, lunedì stavano compiendo dei lavori di rimozione di vecchie tubazioni nello stesso momento in cui le autobotti si stavano rifornendo.

Un’ipotesi provvisoria, ben diversa dalla prime dichiarazioni della Cgil, che ieri da Calenzano con la segretaria Fiom Francesca Re David ha chiamato in causa sia il governo che le imprese come corresponsabilià delle ultime morti sul lavoro. “860 morti  sul lavoro in 11 mesi non sono una fatalità”, spiega Bernardo Marasco, segretario della Camera del Lavoro di Firenze secondo cui sono invece la conseguenza di una mancanza di sicurezza derivante dal sistema di produzione. “Qui c’è una ditta che gestisce l’impianto, ditte che caricano e scaricano, una terza che fa la manutenzione. C’è un concorso di errori, sottovalutazioni che riguarda il fatto che abbiamo diviso in parti il ciclo produttivo”. “Questa discussione – aggiunge – va fatta anche con Eni e con gli altri grandi player con cui costruire elementi di sicurezza di sito per ricorre ciò nel lavoro è stato spacchettato. E che spinge  allo scaricabarile delle responsabilità lasciando il cerino all’ultimo povero cristo, per cui alla fine la narrazione che vien fuori sarebbe colpa dei lavoratori.

E sull’ipotesi di cui si parla molto in questi giorni, ossia quello di spostare l’impianto Eni, avverte: “Con tutte le violazioni delle norme e procedure, queste cinque morti ci sarebbero state anche in un altro luogo”, sottolineando che il vero problema sta nel rispetto delle misure di sicurezza. E aggiunge: “Forse oggi l’argomento dovrebbe esser non di materia urbanistica, ma delle condizioni di sicurezza. “

Scritto da: Redazione Novaradio


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