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FIRENZE / PRATO – Alta adesione allo sciopero dei facchini del magazzino Esselunga di via Tevere all’Osmannoro: l’astensione dal lavoro con picchetto di 50 lavoratori indetta dal sindacato SUDD Cobas, iniziata ieri alle 10 e conclusa questa mattina, ha visto partecipare circa il 40% dei lavoratori. La protesta in particolare è rivolta contro gli orari flessibili, cambiati ogni settimana, contro i part time finti e le ore di straordinario non pagate. Un meccanismo, denuncia il sindacato, che non permette ai lavoratori di poter organizzare i propri impegni fuori dal lavoro, avere tempo per la propria famiglia e per la propria vita, nel rispetto della conciliazione vita-lavoro. Lo sciopero è stato indetto in questa settimana in cui non sarebbe previsto alcun giorno di riposo, ma turni per sette giorni consecutivi. Tra le rivendicazioni inoltre c’è l’aumento del buono pasto da 5 a 8 euro: “Abbiamo chiesto un confronto con l’azienda che continua a nascondersi” denuncia Sarah Caudiero, Sudd Cobas.
Lo stato di agitazione nel distretto della piana tra Firenze e Prato non riguarda solo il settore della logistica, ma anche quello del tessile. Un mese fa i lavoratori della “Tessitura Sofia“, una piccola ditta con sede in via Aldo Moro a Prato, si sono trovati la sede chiusa e smantellata da un giorno all’altro per eludere gli effetti del controllo dell’Ispettorato del Lavoro seguito alle denunce dei lavoratori. I volumi di lavoro, come già avvenuto in passato in caso di picchi di produzione, sono stati spostati poco lontano presso un’altra ditta, la Linea Glamour, che parte di fatto dello stesso gruppo di impresa. Da alcuni giorni i lavoratori sono riuniti in presidio permanente di protesta davanti all’azienda: “Dove spostano il lavoro, si sposta la lotta” spiega ancora Caudiero: “Il presidio continua ad oltranza. Chiediamo che i lavoratori licenziati vengano ora assunti alla Glamour”