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Fossi su Beko 25112024
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SIENA – Alcune centinaia di persone hanno preso parte stamani alla manifestazione-corteo stamani per le vie di Siena contro la chiusura dello stabilimento Beko e il licenziamento dei 299 dipendenti: il serpentone, parte dallo striscione “rsu Beko in lotta”, si è mosso da piazza della Lizza alla volta di piazza Salimbeni dove si svolgerà il comizio finale.
“Una piazza consapevole, solidale e arrabbiata, perché da tempo abbiamo denunciato il pericolo che poi si è concretizzato il 20 novembre al tavolo del Ministero del Made in Italy: vista la debolezza del governo e dell’inesistenza di politiche industriale della chiusura, di italiano rischia di rimanere solo la voragine occupazionale” attacca Daniela Miniero, segretaria della Fiom Cgil di Siena. Che sull’ipotesi di ricorso al “golden power” mostra di non credere affatto: “E’ uno strumento che viene applicato per scongiurare le delocalizzazioni ma solo a settori strategici, non certo quello dell’elettrodomestico. L’abbiamo sempre detto che era una trovata elettorale perché sarebbe stata di difficile applicabilità. E che ne nostro caso si tradurrebbe in una semplice raccomandazione del governo che è caduta nel vuoto”.
“Più che il timore c’è la certezza” che la Beko sia un nuovo caso Bekaert o Electrolux, ammette Miniero: “Le norme non sono abbastanza stringenti né funzionali. Nell’immediato si gioca in difensiva, ora i gioca sono fatti, bisogna solo fare pressione sul governo per dare un ammortizzatore sociale di lungo respiro per avere il tempo per reindustrializzare il sito”.
“La posizione della Regione è che la Beko è una vertenza toscana. Tutta la Toscana è vicina ai 300 lavoratori della Beko a Siena che hanno visto una politica che sosteneva con le valutazioni dell’Antitrust nessun pericolo all’aggregazione di Whirpool con l’altro soggetto turco, e poi ci troviamo sei mesi dopo a vedere il ‘tutti a casa’. Non lo accettiamo, non è accettabile” ha detto il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, a margine di un’iniziativa a Firenze: “Noi – ha aggiunto – vogliamo con il ministro Urso fare un ragionamento serio – ha concluso – perché con la ‘golden share’ possa costringere in qualche modo l’attuale proprietà della Beko, sei mesi dopo aver avuto l’autorizzazione dall’Antitrust, fare i conti con una realtà che non può veder mandate a casa 300 persone”.
“Credo che anche l’attivazione della Golden Power da parte del Governo sia stato un mezzo per costringere l’azienda a mettersi a sedere e trattare”, ha detto la sindaca di Siena Nicoletta Fabio dal palco conclusivo, ribadendo che “questo sito deve rimanere un sito industriale, su questo il Comune farà tutto quello che è in suo potere, perché non possiamo rinunciare a quella che è una delle poche realtà di natura industriale di questo territorio, non soltanto per i lavoratori di oggi ma anche per i lavoratori di domani”.
Alla manifestazione anche il segretario toscano e deputato Pd Emiliano Fossi, che ha presentato un’interpellanza urgente sul tema in Parlamento, e l’europarlamentare Dario Nardella, che ha detto che della vicenda che riguarda Beko Europe investirà la commissaria alla concorrenze e la Commissione EU.