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FIRENZE – La lotta all’HIV e allo stigma, la ricerca della propria identità, l’autodeterminazione dei corpi, il concetto di famiglia, le vite non binary e transgender, la gioia di vivere la sessualità in modo libero ed esplicito. Sono solo alcune delle tematiche al centro della 22/a edizione di Florence Queer Festival, la rassegna dedicata al meglio della cinematografia LGBTQIA+ con proiezioni, incontri, masterclass e focus tematici, in programma dal 27 novembre al 1 dicembre al cinema La Compagnia di Firenze nell’ambito della “50 Giorni di Cinema a Firenze”.
La rassegna, organizzata dall’associazione Ireos di Firenze, proporrà 5 giorni di proiezioni ed eventi, spaziando tra film, documentari, cortometraggi con una programmazione che intreccia memoria storica e attualità. Dal fervore rivoluzionario degli anni ‘70 raccontato in “Io non sono nessuno” di Geraldine Ottier che lo presenterà in sala, sulla storia vera dell’attivista Mariasilvia Spolato, prima donna a fare coming out, alla Berlino Ovest anni ‘80 fotografata dall’occhio di Jürgen Baldiga, quando l’Aids entrò nella sua vita in “Baldiga – Unlocked Heart” del regista Markus Stein che sarà in sala per un focus sul tema, passando per le strade di Palermo, dove esiste un luogo che sfida ogni convenzione in “Quir” di Nicola Bellucci, ospite del festival insieme ai protagonisti Ernesto Tomasini, Vivian Bellina e Massimo Milani. Fino alla battaglia di Valentina Petrillo, prima atleta transgender paralimpica italiana protagonista del documentario “5 nanomoli” di Elisa Mereghetti e Marco Mensa. I 23 film presentati in questa edizione spaziano tra generi e storie, offrendo una rappresentazione molteplice e unica della comunità Queer, divisi nelle categorie Miglior lungometraggio, Miglior cortometraggio, Premio Queer Animation e Premio Pride.
Il festival si apre e chiude simbolicamente con una doppia riflessione sull’AIDS, tema centrale e ancora rilevante. L’inaugurazione, mercoledì 27 novembre, è affidata alla prima nazionale di “Vivre, mourir, renaître” alla presenza del regista Gaël Morel, che sarà presente in sala per salutare il pubblico fiorentino. Presentato al Festival di Cannes del 2024, il film mette in scena un potenziale triangolo amoroso tra Emma, Sammy e Cyril, che viene distrutto dall’emergere della crisi dell’AIDS. Tra giovinezza, amore e malattia, il destino di ogni personaggio prenderà una strada inaspettata. La proiezione sarà preceduta dallo speech introduttivo di Daphne Bohemien, attivista, autrice e performer con un intervento sulla visibilità trans e HIV e una riflessione sull’autodeterminazione dei corpi, stigma sociale e attivismo transfemminista. Domenica 1 dicembre alle 19.45 è in programma “Baldiga – Unlocked Heart” di Markus Stein, sull’artista e attivista Jürgen Baldiga, fotografo queer della Berlino anni ‘80. Il documentario, attraverso diari, poesie, immagini e i ricordi dei suoi compagni, ricostruisce un ritratto sfaccettato dell’artista, inteso non solo come fotografo pioniere, ma anche come attivista per l’AIDS, impegnato nella lotta contro la stigmatizzazione degli stili di vita gay. Al documentario seguirà una conversazione con il regista Markus Stein in collaborazione con l’Istituto Europeo di Firenze. Chiude l’edizione, la proiezione di “Photo Booth” di John Greyson, un film che unisce l’immaginario queer alla questione palestinese, come netta presa di posizione del festival contro il genocidio in corso a Gaza. Opera surreale e delirante sull’attivismo del queer BDS (boicottaggio, disinvestimenti, sanzioni) come movimento globale guidato dai palestinesi.