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Oggi in tutto il mondo si celebra la Giornata per l’eradicazione della violenza sulle donne: se in Italia l’attenzione è concentrata soprattutto sul fenomeno della violenza domestica e della persistenza di modelli culturali “tossici” perpetrati dal patriarcato, in altri pesi del mondo sono i diritti fondamentali delle donne ad essere negati: il diritto a studiare o a lavorare, perfino a mostrarsi in pubblico; in altri non è concesso alle donne di parlare o cantare o camminare da sole per strada; in altri ancora i diritti delle donne sono schiacciati dall’incombente minaccia di una guerra e del rischi di genocidio.
Abbiamo raccolto le testimonianze di tre donne provenienti da tre paesi diversi – Iran, Afghanistan e Palestina – per farci raccontare quello che succede davvero al di là del racconto spesso selettivo dei media mainstream, qual è la condizione reale della donna, quali i diritti che vengono calpestati o conculcati.
Reja Newin è una rifugiata afghana arrivata in Italia grazie ad un progetto di cooperazione del COSPE, ci ha raccontato dell’involuzione subita dal paese da quando, il 15 agosto di 3 anni fa le truppe americane abbandonano il paese permettendo il ritorno al potere dei Talebani, fino alle ultime leggi che hanno proibito alle donne perfino di cantare.
Manhaz Lamei, dell’associazione Donna, vita Libertà di Firenze, a partire dal recente caso di Ahu Daryaei, la ragazza che per protesta si è mostrata in reggiseno e mutandine all’Università di Teheran, parla della lotta per la libertà delle donne iraniane che continua, così come continua la repressione a suon di internamenti forzati in strutture sanitari, dell’abuso di psicofarmaci e delle denunce di morti sospette dopo il loro rilascio.
Leila Sit Abuja, dei Giovani Palestinesi in Italia, parla della drammatica situazione che le donne come parte del popolo Palestinese stanno vivendo nella Striscia di gaza e in Cisgiordania dopo il 7 ottobre 2023, e di come la battaglia per l’emancipazione della donna in Palestina sia inscindibilmente legata alla battaglia per la Liberazione della terra e la fine l’occupazione israeliana dei Territori.