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FIRENZE – Erano oltre un migliaio le persone che stamani hanno sfilato per la strade del centro di Firenze, da piazza Adua fino a via Cavour, per il primo sciopero “di filiera” del settore moda, della minuteria metallica e della filiera organizzato da Cgil, Cisl e Uil, per la qualificazione delle filiere e la tutela dell’occupazione nell’attuale situazione di crisi proclamato dalle categorie territoriali fiorentine Filctem Cgil-Femca Cisl-UilTec Uil e Fim-Fiom-Uilm.
Il settore occupa oltre 110.000 lavoratrici e lavoratori in Toscana e da mesi mostra segnali di grande sofferenza, con decine e decine di imprese che in questi mesi hanno fatto ricorsi alla cassa integrazione e agli ammortizzatori. Una crisi non momentanea, è l’allarme lanciato ormai da mesi, confermato dagli ultimi dati economici: i primi 6 mesi del 2024 hanno registrato un calo del 21,8% per la pelletteria fiorentina, del 5% per il tessile e abbigliamento di Prato, del 6,7% per la concia di Santa Croce.
I sindacati chiedono ammortizzatori in deroga e prolungamento di quelli presenti per tutti i settori della filiera e per tutto il periodo di difficoltà previsto; tutela dei livelli occupazionali da parte delle imprese della filiera; politiche di contrasto all’illegalità e allo sfruttamento lavorativo; definizione di politiche industriali nazionali in grado di valorizzare le produzioni della filiera e salvaguardare l’occupazione e le competenze del settore; convocazione del tavolo regionale della moda.
“C’è il tema della sfruttamento – segnala Mirko Zacchei, segretario Femca Cisl Firenze – perché le prime aziende a soffrire sono quelle piccole e sano, il mancato rispetto dei diritti e delle regole crea dumping sociale. Un tema che anche i grandi brand conoscono bene, e su cui da parte di alcuni si è a lungo fatto finta di non vedere”.