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FIRENZE – “Viviamo purtroppo in un periodo particolarmente felice per le guerre: oggi il mondo si sta riarmando potentemente, nel 2023 si è speso in armamenti 2.400 miliardi di dollari e le guerre continuano a peggiorare perché sempre più interconnesse in un conflitto davvero planetario”. E’ l’amara ammissione dei Raffaele Crocco, direttore dell’Atlante delle guerre e dei conflitti nel mondo 2024 (Terra Nuova Ed.).
L’ultima edizione dell’Atlante, che come quelle precedenti è curata dall’Associazione 46° Parallelo e analizza e spiega ragioni di tutti gli scontri armati in corso – chi combatte e perché, qual è la posta in gioco e le ragioni che muovono al conflitto, senza prendere posizione a favore nessuna delle parti in causa – ma offre anche una serie di approfondimenti su quello che sta dietro e accanto ai conflitti in termini di diseguaglianze economiche, povertà, violazione dei diritti. “La guerra – spiega infatti Crocco – non è la causa ma l’effetto, arriva dove una serie di conflitti non sono risolti: mancanza di diritti umani, forti diseguaglianze economiche, spreco delle risorse naturali, mancato accesso a scuola e sanità: lì le guerre arrivano inesorabilmente”.
L’edizione 2024dell’Atlante sarà presentata oggi pomeriggio a Firenze. Appuntamento oggi pomeriggio alle ore 17.00, nel Salone de’ Dugento di Palazzo Vecchio, alla presenza di Stefania Collesei (Presidente Commissione Pari Opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali, immigrazione) e con gli interventi, oltre che del direttore Crocco, di Giovanni Scotto (Università degli studi di Firenze, Sociologia dei processi culturali e comunicativi), Alice Pistolesi (Giornalista dell’Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo) e Albino Amodio (Comitato Nazionale ANPI).
Sarà l’occasione per fare il punto della situazione in alcuni conflitti particolarmente gravi8. tra cui ovviamente Medio Oriente ed Uvraina – ma anche a tracciare gli scenari futuri. “La situazione potenzialmente più esplosiva? Quella del Pacifico – secondo Crocco – dove si è spostato il conflitto globale tra Stati Uniti e ‘antagonisti’: da Taiwan alla ‘rotta dell’Artico’, è lì che rischia di deflagrare il prossimo conflitto armato”