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PISA – Dieci poliziotti sono indagati dalla procura di Pisa per le cariche al corteo studentesco pro Palestina dello scorso 23 febbraio in città, scontri che provocarono accese polemiche politiche. Dei dieci agenti, sette all’epoca dei fatti erano in servizio al reparto mobile di Firenze mentre altri tre alla questura di Pisa. Per tutti le accuse sono eccesso colposo di legittima difesa e lesioni lievi colpose e tra gli indagati vi sono anche i responsabili di piazza dell’ordine pubblico.
La notizia però non smuove particolarmente il movimento studentesco che a febbraio scorso venne prima aggredito e poi criminalizzato – con la premier Meloni e la sua maggioranza subito solidali con le forze dell’ordine – e che in questi 8 mesi ha continuato a mobilitarsi. Non solo per la “levità” delle ipotesi di reato formulate, tutte di natura “colposa”. Ma soprattutto la convinzione che rimane è che quanto avvenuto a Pisa non sia stato un caso fortuito: “Ricordiamo che quel giorno la stessa cosa è successa a Firenze, a Catania e in altre città – spiega Giacomo Gervasin, Studenti per la Palestina Pisa – ma perché era una piazza per la Palestina”. Una regia unica quindi? “Quel che abbiamo visto quest’anno è che in modo automatico in ogni manifestazione per la Palestina ci sono questi tipi di risposte, e lo dimostra anche quanto avvenuto tre settimane fa con la manifestazione vietata a Roma. Ma noi vogliamo continuare a ribellarci per ciò che è giusto”.
A partire da domani, quando è fissato un corteo cittadino per la Palestina e il Libano: partenza alle 17,30 da piazza XX Settembre.