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Regionali, Sinistra Italia chiude il “cantiere” a Italia Viva. Ma con il Pd rimangono da sciogliere i nodi su infrastrutture e multiutility – ASCOLTA

today03/10/2024

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    Dario Danti, segr. SI Toscana, su cantiere della sinistra e programma per le Regionali 03102024

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TOSCANA – “Per noi in Toscana la costruzione dell’alternativa per il governo della Regione deve basarsi su un cantiere progressista aperto e partecipativo che veda al centro un’alleanza fondata su Pd-Avs-M5s. Come Sinistra italiana non siamo interessati a salire su treni già in corsa o partecipare a tavole già apparecchiate. Serve discontinuità di merito e metodo. Discuteremo di tutto: dai programmi alle candidature e lo vogliamo fare alla pari”. Lo afferma in una nota Dario Danti, segretario regionale di Sinistra italiana Toscana. Nel mirino c’è soprattutto Italia Viva, alla luce delle parole di Guiseppe Conte che ha dichiarato “morto” il campo largo in vista delle prossime regionali: “Italia Viva dice meno veti e più voti – dice Danti – ma io dico meno interviste: se il peso elettorale di Italia fosse proporzionale alle dichiarazioni di Renzi, avrebbe il 20%, mentre le ultime Europee dimostrano come non sia riuscito nemmeno a superare la soglia di sbarramento”.

Eppure sulla strada dell’alleanza con il Pd e M5s, ci sono molti ostacoli da rimuovere o quanomento scansare: dalle infrastrutture (aeroporto in primis) al tema dei beni pubblici (leggi multiutility). Anche perché sull’ampliamento e la nuova pista di Peretola AVS rimane contraria, conferma Danti: “Vediamo se il nuovo masterplan passerà l’esame della nuova Via-Vas” mette le mani avanti. E poi sulla holding dei servizi ribadisce: “Noi contrari alla quotazione in borsa,  e favorevoli allo scorporo del servizio idrico in vista di una sua ripubblicizzazione. L’odg approvato in Consiglio a Firenze può essere una buona mediazione: garanzia di non aumento delle tariffe e degli investimenti, ma anche di controllo del pubblico” dice Danti. Come garantire però le risorse che servono agli investimenti e a liquodare i provati entrati nelle società di gestione dell’acqua? “Gli strumenti, come gli hydrobond, ci sono, vanno scelti quelli giusti. Nel 2011 c’è stato un referendum che ha sancito che l’acqua deve essere pubblica: sono gli strumenti finanziari che devono adattarsi al’obiettivo politico, non viceveesa”.

Scritto da: Redazione Novaradio


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