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FIRENZE – Una richiesta dati alla Questura di Firenze in merito ai permessi di soggiorno. A presentarla 22 organizzazioni del territorio della provincia di Firenze impegnate a vario titolo quotidianamente per la tutela dei diritti dei migranti: da ARCI Firenze a Amnesty international Firenze, a Fondazione Caritas ets. L’iniziativa è stato presa “dando seguito alla prima lettera, datata 6 marzo 2024, sul “tema delle “lunghe attese per gli appuntamenti, i tempi di trattazione delle istanze di rilascio e rinnovo dei titoli di soggiorno e gli strumenti di prenotazione online inidonei e con procedure molto complesse”.
Nulla è cambiato infatti negli ultimi 6 mesi, come spiega stamani a Novaradio Lorenzo Ballini, di ARCi Firenze: “Per alcuni permessi di lavoro o soggiorno vengono dati dei appuntamenti a mesi di distanza, nel 2025 inoltrato. C’è poi una questione delicata che riguarda i minori non accompagnati, sempre più numerosi in città (500 secondo i dati del Comune, ndr) per cui chiediamo che venga aperto un ufficio ad hoc. I portali attivati negli anni scorsi dalla Questura – aggiunge – sono del tutto non idonei a raccogliere le richieste (poiché nella ) e le PEC di cui si sono dotati gli uffici sono dispersive e spesso stracolme”.
C’è dunque bisogno di un cambio di passo, che parta dalla chiarezza sui dati e sulle difficoltà oggettive delle procedure. Ecco dunque che, non avendo ricevuto risposta, si è deciso necessario e doveroso servirsi dello strumento del Foia (Freedom of information act). L’intento, tiene a precisare Ballini, è “garantire una maggiore trasparenza nel rapporto tra istituzioni e società civile, continuare a monitorare la situazione e trovare, ci auguriamo, risposte rapide ed una strategia risolutiva partecipata”.
La richiesta delle associazioni “ha l’obiettivo di conoscere i tempi di attesa delle procedure di rilascio e rinnovo dei principali permessi di soggiorno e le risorse a disposizione della Questura per gli adempimenti relativi a questi procedimenti”. Una risposta è dovuta: Salvo interessi superiori contrari, e quindi in caso di rigetto o di parziale accoglimento dell’istanza, la Pubblica amministrazione ha come termine i 30 giorni per fornire una risposta.