+
FIRENZE – È ospite a Firenze in occasione della rassegna “Ciak sul lavoro”, organizzata da Filcams Cgil Toscana, Filcams-Cgil Firenze e associazione Anémic, Robert Guédiguian, regista militante francese che ha sempre messo il lavoro e le lotte per i diritti ad esso collegati al centro del suo cinema. Guédiguian era presente ieri alle 21 all’Istituto Francese per la proiezione di A L’Attaque! (ingresso gratuito), e stasera, sempre alle 21, sarà al cinema La Compagnia alla proiezione del suo ultimo lavoro “Et La Fête Continue!”.
“Un film”, spiega il regista parlando oggi a Novaradio, “che io spesso descrivo come di “Agit-Prop”, questa corrente artistica degli anni 20, “agitazione propaganda”, che era presente in Germania, in Urss, in Francia e forse anche in Italia. Prendo tutte le tematiche di cui ho sempre parlato e le mescolo. Il cuore della trama è comunque una storia d’amore che si sviluppa e che è necessaria per la fabbricazione di un film perché c’è un racconto che deve essere fatto, però il film è un po’ come diario: parlo di tante tematiche e le metto insieme”.
La rassegna, intitolata ‘Di Lotta e Resistenza’, propone in totale sei film di Guédiguian in versione originale con sottotitoli fino al 3 ottobre, tra Istituto Francese, cinema La Compagnia e Spazio Alfieri. Allo Spazio Alfieri saranno proiettati poi La Villa (23/9), Gloria Mundi (26/9), Marius et Jeannette (30/9) e Les Neiges Du Kilimandjaro (3/10).
Guédiguian era già stato ospite a Firenze per ricevere nel 2018 il Premio Fiesole ai Maestri del Cinema e ci spiega che è legato alla città anche grazie ai suoi ricordi personali: “Nel ’76 sono venuto a Firenze per il mio viaggio di nozze a bordo di una moto BMW”. Particolare importanza per lui ha però la sua visita odierna alla sede della Cgil di Firenze: “Io sono sempre stato un uomo di sinistra, ho aderito a suo tempo al PC alla la CGT (la Cgil francese), è una cosa che mi è molto cara e quindi ritrovarmi intorno ai miei “compagni” vuol dire una cosa molto forte per me, ritrovarmi con delle persone che condividono con me lo stesso punto di vista sul mondo, sull’umanità e sul futuro dell’umanità per me importante”.
Abbiamo colto l’occasione per parlare con lui anche di politica, e in particolare di sinistra. “La sinistra, credo da tre o quattro decenni, si mette solo in una posizione difensiva, difende i ciò che ha ottenuto nel dopoguerra. Io penso che in particolare dopo la fine dell’Urss abbia smesso di proporre. La sinistra però si può ricostruire intorno a una proposta o delle proposte nuove e delle novità, c’è uno sforzo da fare sul piano teorico per inventare qualcosa che potrebbe essere il socialismo di domani e che non esiste adesso. Adesso ci sono dei valori, ma non progetti”. E aggiunge: “Se ci fosse un progetto si potrebbe riaffermare pienamente il valore di questo senza tentare sempre di sedurre: bisogna andare sul territorio incontrare la gente, il popolo e dire che sbaglia su alcune tematiche e non importa se si perde un’elezione, si può vincere quella successiva, ed è sempre meglio che perdere sempre un po’ di consenso e perdere piano piano gli elettori. Penso che sia utile usare anche un po’ di provocazione: quando incontro le persone che votano per il Rassemblement National dico pubblicamente “voi siete dei razzisti, voi non siete bella gente, siete dei cattivi””.
E in Francia? “La situazione è molto molto particolare perché la borghesia vuole mantenere il potere e sta provando a raggirare tutte le antiche e importanti regole della democrazia per potere mantenere nelle proprie mani il potere e ciò mentre la sinistra francese e l’estrema destra francese hanno manifestato potentemente il loro disaccordo. La situazione della sinistra è quindi particolare perché ha vinto, ma non ha vinto abbastanza. Io penso e spero che il progetto del nostro secolo possa essere quello riunire le forze riformiste e rivoluzionarie della sinistra”. Dall’altro lato l’estrema destra, che secondo Guédiguian avanza nel mondo perché “il nazionalismo ha sempre funzionato benissimo, questo tipo di politici ci dicono che stando fra di noi tutto andrà bene e quindi chiudiamo le frontiere, moriamo dalla noia. È l’unico progetto che i politici nel mondo riescono a portare avanti oggi e io penso – e sono disperato nel dirlo – che il popolo alla fine sia razzista”.