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TOSCANA – “Senza interventi pubblici consistenti c’è un sistema di imprese, in gran parte artigiane e di piccole dimensioni, fatto di “professionalità, competenze, storia, passione e inventiva”vhe rischia di essere decimato. E’ l’allarme che torna a lanciare il sindacato di settore Filctem Cgil Toscana, puntando il dito sulla situazione del sistema moda. I dati in Toscana parlano chiaro: calo dell’8,8% nei primi mesi del 2024, salito al 9,3% nel periodo pre-feriale; settori come il cuoio, le calzature e la pelletteria con cali in doppia cifra; la domanda estera che non riparte (-0,3% nel 2023 e ancor peggio nel 2024). Ma soprattutto le casse integrazioni attivate nei mesi scorsi che stanno andando a scadenza, con molte imprese che, non avendo superata la crisi, iniziano a mandare le lettere di licenziamento.
“In Toscana, come nel resto del Paese, il perdurare di questa crisi rischia di decimare questo tipo di tessuto produttivo che detiene le capacità, l’esperienza professionale, l’attitudine manifatturiera artigiana e tecnologica per sviluppare prodotti ad alto valore aggiunto” dice Gianluca Persico, segretario generale della Filctem Cgil Toscana. “A marzo – ricorda – abbiamo chiesto la convocazione di un tavolo con Regione Toscana e il Ministero del Made in Italy, ma dall’incontro di agosto non sono arrivate le risposte che chiedevamo. Serve un impegno pubblico forte, e risorse che sostengano le imprese nella transizione ecologica e nel rinnovamento tecnologico – spiega – oltre che ad un impegno del governo nel rifinanziare la cassa straordinaria per le imprese artigiane”. “L’occasione è unica – avverte La Filctem – salvaguardare l’eccellenza ed il patrimonio della moda italiana evitando di commettere errori già fatti in altri settori dove il Paese eccelleva e che non ha tutelato a dovere”.