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Luca Giordano, Cobas AT
FIRENZE – Dodici nuovi bus per Autolinee Toscane, gli ultimi dei 426 introdotti in servizio dal primo novembre 2021: i nuovi mezzi sono stati presentati oggi, in occasione di una conferenza stampa dedicata ai primi mille giorni di servizio di At come concessionario del servizio di Tpl su gomma in Toscana. Entro fine anno ne entreranno in servizio altri 200 e più, mentre nel 2025 i nuovi bus consegnati ad At saranno circa 700, un terzo del totale del contratto siglato con la Regione Toscana. I nuovi mezzi consentiranno lo svecchiamento della flotta, per portare a circa 6,5 anni (dagli attuali 13) l’età media.
“Per l’anno prossimo faremo scomparire anche gli euro 3 dalla nostra flotta – ha detto il presidente di At, Gianni Bechelli – per una qualità di sistema a livello europeo, che è l’obiettivo che ci eravamo posti”. At, ha aggiunto Bechelli, “è la prima azienda di Tpl italiana per recupero passeggeri dal Covid in poi: siamo al 95% di recupero, mentre la media nazionale è intorno al 90%.”. Attualmente vengono messi in esercizio, in forza del contratto sul lotto unico regionale, circa 102 milioni di km, mentre sono in corso le procedure di affidamento dei servizi in area debole per circa 10 milioni di chilometri, servizi a supporto della rete regionale, da parte di alcune Province toscane. Il contratto di servizio con At, per il quale la Regione stanzia ogni anno circa 300 milioni di euro, è in essere dal 1 novembre 2021, ed avrà validità per 11 anni. At ha assunto dall’avvio del contratto 1.079 conducenti, di cui 495 formati tramite la propria accademia, una scuola di formazione per aspiranti autisti.
Alla presentazione dei nuovi mezzi ha partecipato anche il governatore Eugenio Giani che ha proposto una sua idea per la concessione del Tpl su gomma: “Io avrei visto bene la Toscana divisa in tre aree, com’è per gli Ato dei rifiuti, com’è per le Asl, ma è un ragionamento che riprenderemo in vista della fine degli 11 anni del contratto attuale, alla luce dei risultati a cui avrannno portato” ha affermato Giani. Secondo Giani, suddividere la Toscana in tre aree “consente di leggere meglio il territorio: però ne parleremo, alla luce del funzionamento del servizio, proprio quando il contratto si esaurirà nel 2032. Teniamo questa idea sullo sfondo, perché è indubbio che oggi Autolinee Toscane lavora e deve garantire efficienza sia nella Toscana delle concentrazioni urbane, nella connurbazione del trasporto pubblico dove gli autobus devono arrivare ogni tre minuti, sia nella Toscana diffusa che a me preme, ovvero nella Toscana della bassa densità abitativa ma anche della bellezza, e del servizio che ci permette di contrastare lo spopolamento attraverso l’opportunità di viverci bene: e viverci bene significa avere autobus del trasporto pubblico che funzionino”.
L’assessore ai trasporti Stefano Baccelli ha sottolineato che nella valutazione della performance “talvolta non riconosciamo i meriti” di chi opera il servizio, essendoci peraltro “alcune situazioni oggettive a cui facciamo fronte, come le dimensioni terriroriali della Regione, ma anche l’assetto idrogeologico, il tipo di infrastrutturazione: con l’eccezione dell’area metropolitana di Firenze noi abbiamo la Toscana diffusa, delle aree interne, dei borghi. E’ un dato di fatto che il nostro servizio sia complicato e capillare, con un lotto unico regionale”.
Oggi in occasione della conferenza stampa di autolinee toscane sul bilancio aziendale i rappresentanti sindacali di Cobas AT hanno attaccato uno striscione “contro le politiche di privatizzazione del PD e il piano industriale di autolinee che sta portando a riduzione delle corse e peggioramento delle condizioni di lavoro degli autisti costretti a fuggire con dimissioni volontarie da questa azienda che di fatto sta perdendo forza lavoro professionale”. Ne abbiamo parlato con Luca Giordano, rappresentante di Cobas AT.