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FIRENZE – “Il clima che viviamo è preoccupante, chiediamo a tutti una vigilanza democratica a partiti, associazioni antifasciste” e una “mobilitazione dal basso” nei prossimi mesi che “porti ad una presa di consapevolezza da parte del Ministero che determinate organizzazioni di stampo neofascista non hanno cittadinanza nel nostro paese” e che “quella festa non si svolga in Toscana. E’ l’appello che rilancia Dario Danti, segretario regionale di Sinistra Italiana dopo la conferma che anche quest’anno Casapound organizzerà a Grosseto dal 5 all’8 settembre prossimi la sua festa nazionale. “Noi assistiamo quotidianamente ad aggressioni squadriste, violente, contro cittadini, giornalisti, pestaggi di persone che hanno politiche diverse o manifestano un orientamento sessuale diverso da quello eterosessuale”.
L’annuncio che arriva a poche ore dall’aggressione a Torino del giornalista de La Stampa Andrea Joly a Torino da parte di alcuni esponenti del Circolo cittadino di CP “Asso di bastoni” (nella ultime ore la procura torinese ha identificato 4 persone riprese dai video) e dalle relative polemiche. Che sembra non non smuovere assolutamente gli esponenti della formazione neofascista, da parte della quale arriva perfino un invito a partecipare all’evento di Grosseto proprio allo stesso Joly, oltre che a Ilaria Salis, che Casapound ritiene autrice di “attacchi a martellate”. “E’ paradossale, questo invito sembra richiamare il detto ‘becco e bastonato’, è una provocazione cinica, infame, un comportamento inaccettabile: da un lato il bastone, dall’altro la carota”. E sull sindaco di Grosseto che ha detto di esser indifferente ala questione, Danti dice: “Ha sempre fornito copertura a determinate idee, non è all’altezza del compito che svolge”
Danti, che da qualche giorno è anche diventato assessore della giunta Funaro a Firenze in quota AVS con le deleghe a lavoro, università e ricerca, patrimonio non abitativo e manutenzione, ai microfoni di Novaradio fa un primo punto del lavoro che lo attende: “Grande studio su tutte le questioni che riguardano le deleghe: in tema di lavoro ci sono questioni di crisi da seguire, sull’università lo studio del fenomeno. Sui temi del patrimonio non abitativo e dei beni comuni c’è da fare un’opera di coinvolgimento dei quartieri, dei cittadini e delle associazioni, enti e categoria”, ad esempio in ottica di “sperimetazioni” e di “bilancio partecipativo”.
