FIRENZE – Si sono dati appuntamento stamattina, 18 luglio, in via Cavour davanti la prefettura di Firenze lavoratori e rappresentanti regionali di Filt Cgil, Fit Cisl, UilTrasporti, Faisa Cisal oggi in sciopero nazionale di 4 ore per chiedere il rinnovo del Contratto nazionale Mobilità Tpl-autoferrotramvieri, scaduto nel 2023.
Lo sciopero riguarda Autolinee Toscane (bus urbano-extraurbano) con il personale viaggiante in stop in orario 18-22 (impiegati e operai ultime 4 ore del turno), Gest (tramvia fiorentina) dalle 9:30 alle 13:30 per il personale in movimento (manutenzione con modalità ultime 4 ore del turno, impiegati con modalità ultime 4 ore del turno), Fratelli Alterini (bus extraurbano Valdarno) con modalità ore 18-22 per il movimento (manutenzione con modalità ultime 4 ore del turno, impiegati con modalità ultime 4 ore del turno).
Il Contratto nazionale della Mobilità Tpl,, “necessita quanto prima di essere rinnovato per salvaguardare alcuni fondamentali diritti di cittadini-utenti e dei lavoratori del settore – sostengono i sindacati – Temi legati al diritto alla mobilità delle persone, alla qualità del servizio offerto, alla sicurezza degli addetti, ai livelli retributivi, alle condizioni di lavoro, ai tempi di conciliazione vita lavoro, hanno nelle proposte delle organizzazioni sindacali un’articolazione ben definita che vuol dare anche risposta al fenomeno delle aggressioni che quotidianamente colpisce il personale viaggiante, fino alle buste paga sempre meno adeguate al carovita e all’aumento dei prezzi che determina la fuga da questa professione, insieme al gravoso impegno giornaliero a fronte di un tempo limitato del riposo settimanale”. La trattativa per il rinnovo del Contratto “che per la prima volta ha avuto un tempestivo avvio, si è interrotta a causa dell’atteggiamento dilatatorio e non costruttivo delle associazioni datoriali”.
“I salari sono molto bassi rispetto alle responsabilità che abbiamo come autisti”, spiega stamattina a Novaradio David Zullo, segretario regionale Uil Trasorti. “Le nostre condizioni lavorative sono non benlle: per fare un turno di sei ore e mezza pagate a volte stiamo a disposizione anche 12 ore, ci portiamo dietro regole create durante il ventennio fascista con normative che risalgono al 1928 e al 1931”. “Se a livello nazionale non si sblocca la vertenza siamo pronti ad uno sciopero di 8 a settembre”, aggiunge.
“Il contratto nazionale è solo uno strumento, c’è bisogno di avviare una riforma complessiva del settore che renda il servizio maggiormente fruibile e allo stesso tempo aumentare i livelli retributivi e migliorare le condizioni di lavoro”, spiega da presidio di stamattina Simone Masini, responsabile regionale Filt Cgil.