FIRENZE – È in programma in prima nazionale, dal 27 luglio al 3 agosto nel carcere di Volterra (Pisa), il secondo capitolo di Atlantis, il percorso di ricerca artistica partito nel 2023 con la drammaturgia e la regia di Armando Punzo. Accanto a quest’ultimo lavoro, la Compagnia della Fortezza (attiva da oltre 35 anni nel cercare di Volterra) propone anche una serie di attività, incontri, masterclass, mostre e approfondimenti su quanto la poetica e la pratica della Compagnia della Fortezza sono riuscite a generare all’interno del carcere.
La masterclass, è stato spiegato in occasione della presentazione nella sede della Regione Toscana, prevede anche un incontro pubblico di presentazione e approfondimento del progetto ‘Per Aspera ad Astra – VII edizione’. Nato sul modello operativo della Compagnia della Fortezza, il progetto si è esteso a creare una rete nazionale in 16 carceri italiani, coinvolgendo realtà artistiche impegnate in percorsi di ricerca nell’ambito teatrale in alcune carceri italiane. Questa iniziativa si propone di offrire ai detenuti l’opportunità di esprimere la propria creatività e di sviluppare competenze artistiche professionalizzanti all’interno del contesto penitenziario, grazie all’attivazione di corsi di formazione professionale di attore e ai mestieri del teatro.
Armando Punzo, ospite sulle frequenze di Novaradio, ha parlato delle condizioni di vita in carcere anche in relazione al suicidio del giovane detenuto avvenuto a Sollicciano una decina di giorni fa: “In un carcere che chiude qualsiasi speranza e possibilità alle persone è evidente che ci sono suicidi, ma c’è anche un vivere male per i detenuti, ma anche per gli agenti”, spiega il regista, Volterra era uno dei peggiori istituti che esistevano in Italia 35 anni fa, quando il teatro è entrato qui si è trasformato ed è diventato un carcere all’avanguardia, queste dinamiche sono diminuite in maniera sostanziale. Il teatro ha portato la cultura, ha fatto entrare persone dentro il carcere, ha aumentato i rapporti tra la città reclusa e quella libera. È l’indicazione che c’è molto da fare e che questo dipende molto anche dal sindaco di un territorio, che deve capire che ha dei cittadini liberi e dei cittadini che sonoprigionieri, e deve attivarsi con gli strumenti che la legge prevede per fare attività che permettono di trovare delle possibilità diverse per i detenuti”.