FIRENZE – “La fornitura di acqua calda all’interno delle celle non è un diritto essenziale garantito al detenuto, ma è una fornitura che si può pretendere solo in strutture alberghiere”. Questa la risposta che il Magistrato ha dato ad uno dei circa 100 ricorsi presentati dai detenuti di Sollicciano che lamentano la situazione inumana delle vita nelle sezioni penitenziarie del carcere fiorentino. Insomma, questo carcere non è un albergo, sembra tagliare corto nella risposta il magistrato. “In realtà il magistrato si sbaglia perchè la fornitura di acqua calda nelle carceri è prevista espressamente dall’art. 7 del regolamento di esecuzione dell’ordinamento penitenziario – spiega a Novaradio Maria Cristina Frosali dell’Associazione L’Altro Diritto, che supporta proprio i detenuti di Sollicciano nella redazione dei ricorsi. “Ci stiamo preparando ad un reclamo per questa decisione – continua – scorretta dal punto di vista giuridico, e che contribuisce solo ad acuire le sofferenze del detenuto”.
Nei giorni scorsi è arrivata anche la proposta da parte del garante dei diritti dei detenuti per il Comune di Firenze Eros Cruccolini di costituire un comitato civico rivolto a tutte le associazioni che svolgono attività di volontariato nelle carceri ed alle associazione che si impegnano sul tema dei diritti, per fare pressione sul Governo: “L’associazionismo ed il volontariato in carcere svolgono un ruolo fondamentale – continua Maria Cristina Frosali – sopratutto in un contesto in cui i numeri del personale sono così bassi tra educatori e psicologi”.