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VIAREGGIO – “Non possiamo più attendere. Sono stati condannati i massimi responsabili delle aziende coinvolte nella strage, ma adesso si cerca l’escamotage per non farli andare in carcere”. Così Daniela Rombi, vicepresidente dell’associazione dei familiari delle vittime della strage di Viareggio, in occasione del 15/o anniversario dall’esplosione del vagone cisterna carico di gpl che il 29 giugno 2009 causò 32 vittime e oltre cento feriti. Dopo 15 anni infatti l’iter giudiziario non è ancora concluso: a gennaio la Corte di Cassazione ha confermato nella sostanza le condanne e le responsabilità di tutti gli imputati – tra questi anche gli amministratori delegati di FS Mauro Moretti, di RFI Michele Mario Elia e di Trenitalia Vincenzo Soprano – ma ha rinviato di nuovo il iudizio alla Corte d’appello di Firenze per la determinazione del quoantum di pena con il ricalcolo delle attenuanti generiche: “E’ vero chele responsabilità ormai sono accertate, ma anche noi abbiamo bisogno di mettere la parola fine a questa vcenda”
“La sicurezza nei trasporti, come quella sul lavoro, è un indicatore di civiltà che deve prevalere su qualsiasi logica di profitto, perché incide sulla vita delle persone. È questa una lezione che mai deve essere dimenticata” ha scritto il presidente Mattarella nel suo messaggio in occasione dell’anniversario della strage. “Purtoppo non è cambiato nulla” è l’amaro commento di Rombi.