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FIRENZE – La riforma del Premierato “ha dei tratti autoritari e soprattutto espropria i cittadini italiani della possibilità di essere rappresentati, trasforma il Parlamento in un Consiglio del Principe” perché “il Presidente del Consiglio per legge deve avere necessariamente una maggioranza a lui fedele, i deputati e senatori non rappresentano più l’Italia ma sono formati per essere necessariamente fedeli al capo politico. E anche il ruolo del Presidente della Republica viene fortemente ridimensionato i un delle sue funzioni fondamentali, quella di mediazione nei casi di di grave crisi politica”. E’ netto e durissimo il giudizio di Domenico Gallo, ex magistrato e presidente di sezione della Corte di Cassazione, che parla a Novaradio della cosiddetta “riforma del Premierato” fortemente voluta dalla premier Meloni che ieri è stata approvata in prima lettura al Senato (109 voti a favorevoli, 77 contrari, 1 astenuto) in un clima di fortissima contrapposizione: una riforma che garantisce la governabilità per la maggioranza, modifiche alterano l’equilibrio dei potere e snaturano snaturano la Costituzione stessa per le opposizioni di centrosinistra.
Gallo è ancor più chiaro, e richiama alle leggi che segnarono i caposaldi dell’istituzione del Regime fascista nel 1923/24: “Qua si cambia la forma di governo definita premierato. In Italia c’è già stata e fu introdotta con due passaggi: la legge Acerbo che assicurava a Mussolini un Parlamento di fedelissimi con una maggioranza schiacciante; il secondo passaggio fu l’approvazione di una legge sulle attribuzioni e le prerogative del capo del Governo che venne chiamato Primo Ministro”
“Democrazia non è scegliere un capo, democrazia è garantire la rappresentanza” e con la riforma del premierato “questo canale viene manipolato e introdotto un sistema in cui la rappresentanza è sequestrata”. “La riforma non sta nel testo formale, ma nel rimando ad una nuova legge elettorale che deve assicurare in ogni caso la maggioranza al presidente del Consiglio scelto dal popolo”.Una legeg di cui ancora non si sa nulla ma che “deve manipolare la volontà degli elettorali in modo da assicurar e che il capo politico abbia un’ampia maggioranza a lui fedeele”